Il Lazio si prepara a fronteggiare una possibile emergenza coronavirus. Tensostrutture per il pre-triage sorgeranno in 31 ospedali del Lazio allo scopo di prevenire un maxi-afflusso di pazienti. Allo Spallanzani la tendopoli è già pronta.
Inoltre, in linea con l’ordinanza per le Regioni che non hanno casi autoctoni, ci sarà l’obbligo di ‘autodenuncia’ alle Asl per chi proviene dalle aree del mondo a rischio e dalle zone dei focolai italiani per sottoporsi a ‘quarantena volontaria’ in casa propria. Previsti anche dispenser di disinfettante nei presidi sanitari e nelle aree aperte al pubblico e il ‘decalogo’ anti-contagio nelle scuole e negli uffici della pubblica amministrazione.
“I tecnici ci dicono che dobbiamo lavorare su tutti gli scenari: il rischio zero non esiste e quindi ci stiamo attrezzando per qualsiasi evenienza” spiega l’assessore alla Sanità della Regione Lazio Alessio D’Amato.
Intanto – scrive oggi il dorso locale del Corsera- sarebbero più di cento le famiglie in isolamento nel Lazio. Dopo aver viaggiato nelle cosiddette “zone rosse” di Lombardia, Emilia Romagna e Veneto (o soggiornato in Cina), hanno dovuto contattare la Asl e mettersi in quarantena volontaria per due settimane misurando la febbre due volte al giorno, con l’indicazione di avvisare i sanitari se dovessero comparire dei sintomi.