“Chiediamo a gran voce al Governo dignita’ per il nostro comparto. Il turismo, che rappresenta il 13% del Pil e il 15% dell’occupazione del nostro Paese e’ il vero petrolio dell’Italia e il turismo business – quello di fiere congressi ed eventi – ne e’ il segmento piu’ strategico. Oggi, a causa della diffusione del CoronaVirus – con 776 congressi rinviati e 1420 annullati, 22 fiere annullate, 71 posticipate e 30 a rischio – siamo in profonda difficolta’: dobbiamo a tutti gli effetti essere considerati zona rossa dell’economia. Facciamo un appello perche’ questi giorni drammatici, che colpiscono il nostro settore piu’ di ogni altro, possano far scaturire non solo provvedimenti estemporanei e di emergenza, ma anche riforme strutturali. Deve essere istituito un ministero del Turismo, un dicastero con portafoglio, che restituisca a un comparto cosi’ centrale per l’economia del Paese la dignita’ che gli spetta.
Per quel che riguarda il nostro comparto nello specifico, l’auspicio e’ che l’emergenza riporti sotto gli occhi di tutti la necessita’ di chiarire il ruolo delle fiere e del segmento congressuale in Italia. I gestori dei quartieri fieristici sono perlopiu’ di proprieta’ di enti pubblici (Comune, Camera di Commercio, Provincia, Regione, ecc.), perche’ questi sono gli unici soggetti che possono sostenere investimenti in fabbricati e impianti di specifica importanza per il territorio e il sistema-paese”. Cosi’ in un comunicato Pietro Piccinetti, amministratore unico e direttore generale di Fiera Roma.
“È proprio per tali considerazioni che per questi fabbricati deve essere confermata l’esclusione dall’Imu. Una classificazione catastale che esoneri i padiglioni fieristici dall’Imu, in quanto assolvono a chiara funzione di interesse pubblico, e’ una necessita’ ineludibile. Inoltre chiediamo a gran voce in questo grave frangente che venga rivista la Legge Madia, che vieta il rifinanziamento di societa’ in perdita da parte di enti pubblici. Le fiere, realta’ private con soci pubblici che operano in mercati altamente concorrenziali, verrebbero con l’attuale normativa condannate a morte, non potendo garantire per la contingenza buone performance economiche per l’anno in corso rispetto ai principali player internazionali. Ricordo ancora che siamo, soggetti privati che operano per l’interesse generale: le fiere sono il vero volano del sistema-paese e costituiscono una piattaforma fondamentale, tanto piu’ in un momento di crisi economica, per far sviluppare e consolidare il business delle imprese italiane da un lato e per attirare gli investimenti di operatori esteri in Italia, operando in una crescente situazione di concorrenza a livello mondiale. Appare quindi essenziale che, come stabiliscono le norme e i principi vigenti dell’Unione, il sistema fieristico italiano continui ad essere regolato dalla speciale disciplina fissata in ambito europeo e non dal D.Lgs.175/2016. Diversamente, le fiere italiane subirebbero un danno enorme e vedrebbero compromessa la propria attivita’ in ambito nazionale e internazionale”, conclude Piccinetti.