Coronavirus: Speranza, possibili prime dosi vaccino a fine anno

Abbiamo investito più soldi nella sanità negli ultimi cinque mesi che negli ultimi cinque anni". Su riapertura scuola "non si può fallire"

(immagine di repertorio)

“Stiamo investendo su quello che e’ ancora un candidato vaccino. Se andra’ tutto bene a fine anno avremo le prime dosi”: lo ha spiegato il ministro della Salute, Roberto Speranza, in un colloquio con Repubblica. “Nel frattempo governo e regioni continueranno a lavorare fianco a fianco riconoscendo le differenze territoriali cosi’ come abbiamo cominciato a fare nella fase di uscita dal lockdown”, ha assicurato il ministro.

“Abbiamo investito piu’ soldi nella sanita’ negli ultimi cinque mesi che negli ultimi cinque anni”, ha sottolineato Speranza: “500 milioni nel decreto agosto per recuperare le liste d’attesa nel sistema sanitario, 3,2 miliardi nel decreto rilancio, un miliardo e mezzo nel decreto di marzo”. ”

“Tra meno di un mese dobbiamo riaprire scuole e universita’ in sicurezza. E non possiamo sbagliare. Non c’e’ un finale gia’ scritto in questa partita, dipende dai nostri comportamenti e tutti, a cominciare dai ragazzi, dobbiamo esserne consapevoli”. Cosi’ il ministro della Salute, Roberto Speranza commenta l’ordinanza firmata ieri sulla chiusura delle discoteche e l’obbligo di mascherina anche all’aperto dove ci sono assembramenti. “Stiamo investendo risorse come non mai sulla scuola, ben vengano le assunzioni di nuovi insegnanti e i banchi nuovi. Da ministro della Salute ho molto a cuore la ricostruzione di un rapporto strutturale tra scuola e sanita’”, spiega Speranza, aggiungendo che “nel 1961 e’ stata approvata una norma sulla medicina scolastica, poi sparita negli anni 90 nella fase dei tagli. Ora va recuperato, non possiamo lasciare soli presidi e insegnanti. Il rapporto tra dipartimenti di prevenzione e istituti, il radicamento e la forza dei medici di medicina generale sara’ il primo passo in questa direzione”. Speranza pero’ sottolinea che “il quadro italiano e’ decisamente migliore di quello della piu’ parte dei paesi europei, oggi meno di 500 casi contro i 3000 di Francia e Spagna. Ma la tendenza alla ripresa dei contagi deve farci rialzare, senza allarmismi, il livello di attenzione per non vanificare il vantaggio accumulato grazie al sacrificio di tutti”.

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