Ogni giorno dagli istituti penitenziari escono ed entrano migliaia di persone “in primo luogo le donne e gli uomini della polizia penitenziaria, e con loro, un numero significativo di medici, infermieri, educatori, tecnici e dirigenti penitenziari”. Lo scrive in una nota il segretario generale aggiunto Fns Cisl Lazio Massimo Costantino. “Occorre, pertanto, procedere ad uno screening di massa, prioritariamente rivolto al personale penitenziario ed ai detenuti, soprattutto per individuare i soggetti positivi asintomatici”.
La situazione che potrebbe determinarsi da un espandersi della situazione epidemica all’interno dei penitenziari “avrebbe effetti devastanti, data la ristrettezza degli spazi, l’impossibilità di organizzare ambienti per mettere in quarantena i contagiati. Gli effetti che questo produrrebbe dovendo trasportare detenuti negli ospedali già colmi di ammalati -continua la nota- e con l’ulteriore difficoltà di organizzare il piantonamento dei detenuti con poliziotti negli stessi nosocomi, determinerebbe il caos totale”. A questo si aggiungano “le difficoltà del personale e dei direttori che oggi hanno difficoltà ad avere con costante regolarità la distribuzione di mascherine, guanti ed altri presidi sanitari di protezione, situazione che è motivo dei vari casi già registrati in regione e sui quali chiediamo tutele all’Amministrazione da tempo”.
Il sindacalista delle Fns Cisl rimarca come il Personale di Polizia Penitenziaria e i Direttori, “abbiano gestito nella regione Lazio, con grande professionalità pur nelle difficoltà, gli episodi di rivolte dei giorni scorsi e come tutti sono impegnati a prestare servizio con turni continui, addirittura in alcuni casi richiamati sui riposi settimanali, senza fruire di ferie e/o risposi settimanali, dimostrando grande senso dello Stato ed esponendosi a loro rischio e pericolo il più delle volte”. Non meno importante è il disagio che “alla stregua di tanti uomini e donne -dice Costantino- che operano in molti settori in questi giorni difficili, questi colleghi e colleghe vivono nel tornare a casa tra un turno e l’altro dovendo evitare di esporre ai loro rischi anche i propri familiari. Il contagio non resterebbe chiuso tra le mura. E potremmo così trovarci, superato il picco della diffusione del virus nel Paese, a fare i conti con un ritorno di fiamma provocato proprio dal carcere trasformato in un enorme focolaio. Considerata la situazione emergenziale al fine evitare il contagio da coronavirus, di tutelare in primo luogo la salute dei lavoratori in ogni luogo di lavoro, con la presente , quindi, le chiediamo -conclude Costantino- di predisporre il prima possibile i necessari interventi in questo particolare settore della sicurezza”.