Ha scosso la città l’aggressione fascista di sabato scorso a Trastevere a dei giovani perché indossavano una maglietta (rea per il gruppo di picchiatori di essere “antifascista”) del Cinema America. Dalla politica e dal mondo delle associazioni è arrivata una ferma condanna e la richiesta di individuare gli “squadristi”.
Il primo a commentare è stato il presidente della Regione Lazio e segretario dem Nicola Zingaretti, che su Twitter sabato ha scritto: “Siamo tutti il Piccolo America. Dalla parte dei ragazzi del Cinema America che riempiono di cultura le serate di Roma. Siano al più presto individuati gli squadristi di questa notte. A Roma non si può accettare una violenza così”.
Solidarietà alle vittime dall’Anpi di Roma: “E’ evidente l’appartenenza degli aggressori all’estrema destra fascista. Nessuna aggressione può essere tollerata, è necessaria una risposta ferma e rigorosa al rigurgitare della violenza fascista”.
Anche dalla sindaca Raggi “piena solidarietà ai ragazzi del Cinema America. Un atto vile e barbaro, che bisogna condannare fermamente. Il pensiero e la libertà di espressione nulla hanno a che vedere con la violenza. Roma è una città aperta e inclusiva”.
Intanto i consiglieri del gruppo Pd capitolino e della lista civica Roma torna Roma domani indosseranno in aula Giulio Cesare la maglia amaranto simbolo del Cinema America Occupato. “Condanniamo così la violenza di cui sono stati vittime alcuni ragazzi la scorsa notte a Roma. Non c’è posto per la violenza in questa città – scrivono in una nota – e vogliamo ribadirlo con forza, insieme alla solidarietà che vogliamo esprimere per tutti i ragazzi del Cinema America che da anni portano avanti un progetto culturale fatto di incontri, di riscatto e di crescita di interi quartieri e generazioni di giovani. Tutto questo non può essere sporcato o minacciato da balordi che temono la cultura come una minaccia e che ci auguriamo vengano al più presto individuati. Invitiamo le altre forze politiche in Assemblea Capitolina ad indossare con noi , tutti insieme, quella bellissima maglia, oggi ancora di più simbolo di libertà e di antiviolenza”.
Esprime preoccupazione anche la Comunità di Sant’Egidio, che condanna “con fermezza l’agguato di stampo fascista” e sottolinea come l’episodio sia “il preoccupante sintomo di un crescente clima di intolleranza, di razzismo e di violenza che si sta diffondendo dalla periferia al centro della città con troppa facilità perché non trova davanti a sé un argine culturale capace di contrastarlo. Siamo preoccupati per la tenuta civile e morale di Roma che, per la sua storia, si merita ben altro”.
Solidarietà ai ragazzi aggrediti anche da Jeremy Irons. L’attore britannico – ospite ieri delle proiezioni in piazza del Piccolo America – ha indossato la maglia amaranto come gesto in solidarietà a ragazzi aggrediti . “Sono stufo e arcistufo di persone che la prendono troppo dura a destra e a sinistra, sembrano avere così poco cervello messi tutti insieme”.


Intanto ieri in ospedale, a dare supporto ai due ragazzi ricoverati, c’era Valerio Carocci, presidente del Piccolo America, che non si dà pace per quanto è successo: “Un atto gravissimo in una città e paese allo sbando, questa è una vera e propria aggressione squadrista. Dove la violenza non viene più condannata ma anzi viene difesa e sdoganata come strumento di giustizia da chi ci governa. Ci costituiremo parte civile e sosterremo le spese legali. Non smetteremo di indossare le nostre maglie e lanciamo un appello a affinché si indossi tutti insieme una maglia bordeaux”.
La vicenda
I due ragazzi avevano passato il sabato sera in piazza San Cosimato, all’arena del Piccolo America, a vedere ‘First reformed’ il cui regista, Paul Schrader era lì per presentare il suo lavoro con tanto di maglietta del Cinema America, l’iniziativa da un gruppo di giovani per portare il cinema nelle strade della capitale.
Una serata come tante, i soliti quattro amici insieme, film di qualità, una passeggiata per i vicoli di Trastevere, chiacchiere fino quasi all’alba. Ma verso le 4 la nottata ha preso una piega diversa. In due si sono avvicinati al gruppo con toni minacciosi: “Hai la maglietta del Cinema America, sei antifascista levati subito la maglietta, te ne devi andare via da qua”. Da due sono diventati quattro, poi una decina. Poi le botte, di quelle che ti fanno finire in ospedale.
“Non siamo riusciti a scappare né a difenderci – ha spiegato David Habib, 20 anni, che ha denunciato l’accaduto – È stato un assalto pieno di violenza. Io non ho acconsentito a togliere la maglietta e la conseguenza è stata una testata sul naso, che devo operare d’urgenza. È evidente che avessero già deciso di aggredirci. Abbiamo avuto la sensazione che ci avessero seguito”.
Nonostante il dolore al naso e alla testa, per David “Trastevere è un punto di riferimento e luogo di aggregazione per tutti. Non smetteremo di frequentare i territori di questa città liberamente e di rivendicare le nostre idee, come non smetteremo di partecipare alle proiezioni a San Cosimato e indossare la maglietta del Cinema America”. A un altro ragazzo che era con David sono stati messi tre punti sul sopracciglio a causa di una ferita profonda.