De Vito, grillino dell’ala dura e pura della Lombardi

Nel 2013 le comunarie lo incoronano candidato sindaco a Roma, ma arriva terzo con il 12%. Diventa presidente dell'assemblea capitolina, risultando il più votato in consiglio

Marcello De Vito, presidente dell’assemblea capitolina arrestato oggi nell’ambito dell’inchiesta sullo Stadio della Roma, è un pentastellato della prima ora. Già candidato sindaco di Roma nel 2013, quando vince per il Pd Ignazio Marino, De Vito è da sempre considerato vicino all’ala ortodossa di M5S, quella che fa capo a Roberta Lombardi, una sorta di spina del fianco politica per la prima cittadina Raggi.

A candidato sindaco nel 2013 lo incoronano le comunarie e sempre le comunarie tre anni dopo lo fanno perdere a vantaggio di Virginia Raggi. Nella tornata elettorale che lo vede alfiere dei pentastellati arriva terzo, dietro a Ignazio Marino e l’uscente Gianni Alemanno. Prende il 12% ma è già una soglia consistente che poi il Movimento a Roma consoliderà negli anni a venire, eleggendo tre anni dopo la Raggi.

Laureato in Giurisprudenza, 45 anni, con l’elezioni della Raggi diventa presidente dell’assemblea capitolina forte di quasi 6500 preferenze, risultando il più votato in consiglio. Vicino alla Lombardi e all’ala ‘dura e pura’ del Movimento, in questi anni non ha risparmiato critiche alla sindaca.

Nell’inchiesta sullo stadio quello di De Vito è il secondo arresto eccellente per il Campidoglio, dopo quello dell’avvocato Luca Lanzalone già presidente di Acea e superconsulente del comune.

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