Degrado: Tombini e caditoie ostruiti con la stagione delle piogge in arrivo  

Anche quest'anno, come quello prima e quello prima ancora, nella Capitale molti dei tombini e delle catidoie - antica e grandiosa invenzione dell'uomo creata appositamente per drenare l'acqua ed evitare cosi allagamenti - sono ostruiti. E se non verranno presto effettuati interventi di pulizia straordinari, le scontatissime piogge autunnali che verosimilmente cadranno nelle prossime settimane rischiano di creare ai romani disagi non indifferenti

L’autunno sta arrivando e con esso, come sanno anche i bambini, arriveranno pure le prime piogge. Questa è un’atroce banalità, si dirà; be’, mica tanto se vivi a Roma. Perché anche quest’anno, come quello prima e quello prima ancora, nella Capitale molti dei tombini e delle catidoie – antica e grandiosa invenzione dell’uomo creata appositamente per drenare l’acqua ed evitare cosi allagamenti – sono ostruiti. E se non verranno presto effettuati interventi di pulizia straordinari, le scontatissime piogge autunnali che verosimilmente cadranno nelle prossime settimane rischiano di creare ai romani disagi non indifferenti, tra strade allagate, voragini dovute all’accumulo di acqua e tombini che esplodono.

Un problema, questo, che definire annoso sarebbe dire poco: quello dei tombini intasati è ormai una piaga che affligge questa Città da anni, per risolvere la quale nessuna amministrazione, negli ultimi anni, sembra essere riuscita a trovare una soluzione decente.

Il quotidiano ‘Il Tempo’ ha fatto un rapido giro tra le strade del centro di Roma per rendersi conto di quanto la situazione sia critica: moltissimi dei sistemi di drenaggio urbano sono completamente ostruiti da rifiuti di ogni genere, sia umani che «naturali». Le griglie in ghisa in certi casi non hanno nemmeno un centímetro libero per poter accogliere un po’ d’acqua, farcite come sono di immondizia varia (c’è di tutto: mascherine usate, bicchieri di plastica, buste della spesa) o di aghi di pino caduti dagli alberi chissà quanto tempo fa.

In altri casi – quelli più estremi – alcuni tombini sono stati letteralmente fagocitati dalle piante spontanee (leggasi erbacce) che nel frat tempo hanno iniziato a prosperare rigogliose tra le feritoie, trasformandoli in nuova specie di elementi urbani mai visti prima. Capitolo a parte meritano le foglie secche. Molti si ricorderanno dell’ermetico «si sta come d’autunno sugli alberi le foglie» di ungarettiana memoria: ci scuserà il grande poeta, ma nel nostro caso sarà sufficiente sostituire la parola «alberi» con «tombini» per avere efficace nonché poetica descrizione di quello che abbiamo visto per le strade di Roma.

Perché le foglie secche – sottolinea ‘’Il Tempo’’ – sono senza dubbio la causa principale delle ostruzioni di cui soffrono le catidoie della Capitale, abbandonate per mesi e mesi ad accumularsi lungo i marciapiedi della Città, come accade ormai da anni, senza che vengano mai rimosse del tutto.

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