Dehors fuorilegge: a Roma 8 su 10. Entro il 30 settembre bar e ristoranti devono ridurre l’occupazione di suolo pubblico

Ma le due principali associazioni di categoria, la Confcommercio e la Confesercenti, invocano dal Campidoglio una proroga almeno di un mese, se non fino alla fine dell’anno

Tavoli all’aperto: sono pochi i bar e i ristoranti che quest’estate hanno rispettato gli spazi, nonostante gli ampliamenti concessi durante l’emergenza Covid. Secondo quanto riporta oggi il dorso locale del Corriere della Sera, in tre mesi, su 448 ispezioni, sono state trovate irregolarità in 308 casi e vi sono stati circa dieci provvedimenti di chiusura per la reiterazione della violazione.

A dare i numeri delle irregolarità è l’assessora alle Attività produttive Monica Lucarelli, che spiega: “Con la task force speciale della polizia locale abbiamo riscontrato che l’80% degli esercizi commerciali verificati rilevano irregolarità o abusi sulle occupazioni di suolo pubblico”

Fino ad oggi, sono stati liberati da tavolini, sedie e ombrelloni quasi quattromila metri quadrati (3.961 per l’esattezza) di suolo pubblico, per lo più nelle piazze più famose del centro storico, come piazza della Rotonda al Pantheon (dove i titolari dei locali hanno collezionato 14 verbali) o la vicina via della Maddalena; sanzioni anche in via in Arcione e in via del Lavatore, e ancora in via delle Muratte e via della Vite, per arrivare a via del Governo Vecchio e a via della Lungaretta in Trastevere.

E adesso – continua il Corriere – come previsto dalla delibera del 21 giugno, bar e ristoranti dovrebbero – entro il 30 settembre – ridurre le occupazioni di suolo pubblico, soprattutto nel I Municipio. Ma le due principali associazioni di categoria, la Confcommercio e la Confesercenti, invocano dal Campidoglio una proroga almeno di un mese, se non fino alla fine dell’anno.

Il tema verrà affrontato oggi dal Tavolo del decoro sul centro storico, in vista del quale Lucarelli ammette che sta “ricevendo sollecitazioni da parte delle associazioni dei ristoratori sulla possibilità di estendere l’utilizzo del suolo pubblico con le stesse modalità previste dal decreto legge nazionale per la crisi Covid”.

Però – scrive il quotidiano romano – l’assessora si chiede “come mai il governo, che sta lavorando sul pacchetto di aiuti alle aziende per il caro energia, non abbia messo in atto alcun intervento sul problema delle occupazioni di suolo pubblico per venire incontro alle esigenze degli esercenti, aiutandoli anche ad attuare risparmi energetici”. Forse proprio Palazzo Chigi potrebbe intervenire sulla questione, anche perché per una delibera comunale i tempi sono strettissimi, visto che mancano appena due settimane alla fine di settembre. Termine entro il quale i titolari dei locali dovrebbero anche inviare una domanda al Campidoglio per mantenere lo spazio all’aperto.

“Noi chiediamo innanzitutto la sospensione del canone unico per tutta Roma – dice il presidente della Fiepet Confesercenti Claudio Pica – e chiediamo di mantenere le occupazioni emergenziali. Anche perché nel I Municipio chi non aveva nulla può ancora avere uno spazio all’aperto e chi aveva una regolare concessione e ha sempre pagato deve tornare allo spazio pre-Covid. Non mi sembra giusto che proprio questi esercenti siano penalizzati”. E il presidente della Fipe Confcommercio Sergio Paolantoni, che insiste su una proroga fino alla fine dell’anno, incalza: “Vista la crisi energetica abbiamo chiesto un incontro all’assessore Monica Lucarelli, che si è dimostrata sensibile al problema. Cerchiamo di trovare una soluzione per tutti, almeno nel I Municipio”.

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