Non è stato possibile effettuare l’espianto degli organi da Divine, il bimbo di due anni morto dopo essere stato scaraventato dalla madre sulle scale del reparto nido del carcere di Rebibbia.
Non è arrivato infatti l’ok dalla donna, attualmente sottoposta al trattamento sanitario obbligatorio.
Alice Sebesta, 33 anni, difesa dall’avvocato Andrea Palmiero, è accusata dai pm di Roma di duplice omicidio e si trova piantonata presso il reparto di psichiatria dell’ospedale ‘Sandro Pertini’. Intanto è fissato per domani l’interrogatorio di convalida davanti al gip.
L’impossibilità di procedere all’espianto è stata confermata in una nota anche dall’Ospedale Bambino Gesù che comunque ringrazia l’Autorità giudiziaria e il Centro nazionale e regionale dei trapianti, oltre a tutti coloro che “hanno collaborato nella gestione del drammatico caso”.
La detenuta “era stata più volte segnalata per alcuni comportamenti, sintomatici di una preoccupante intolleranza nei confronti dei due piccoli” e il personale in servizio presso il carcere aveva segnalato “la necessità di accertamenti anche di tipo psichiatrico”. Lo afferma un documento firmato dal capo del Dap, Francesco Basentini.