“Nuovo dramma sul lavoro nel Frusinate: un altro operaio muore sul cantiere”. Lo scrive in una nota la FILLEA CGIL Roma e Lazio, che “apprende con rabbia e profondo dolore la tragica morte, avvenuta oggi ad Atina (Frosinone), di un operaio di 58 anni colto da malore mentre era impegnato nella posa dei cavi per la fibra ottica in via Randolfi. Purtroppo si tratta del secondo decesso in un cantiere nella sola provincia di Frosinone negli ultimi tre giorni. Una strage silenziosa e quotidiana. Una strage prevedibile e assolutamente evitabile”. “Le alte temperature di queste settimane sono causa di malori e morti, aggravando la drammatica situazione di un Paese in cui muoiono 3 lavoratori al giorno sul lavoro. Non bastano le ordinanze che limitano gli orari di lavoro e prevedono il blocco delle attività nelle ore più calde. Serve una task force di controlli per chiudere i cantieri nel rispetto dell’ordinanza regionale. Purtroppo registriamo che l’80 dei cantieri rimangono aperti nonostante le prescrizioni”, dichiara il Segretario Generale Diego Piccoli. Per la FILLEA Cgil Roma e Lazio il caldo diventa “arma di distruzione di massa soprattutto per lavoratori già usurati dalla tipologia di lavoro che svolgono. La categoria degli edili pretende l’approvazione di una legge che riconosca lo stress termico come causa di malattia professionale che garantisca la salute dei lavoratori, il giusto indennizzo e un’uscita anticipata dal mondo del lavoro”.
Non possiamo più accettare che ogni settimana un lavoratore cada vittima di malori o incidenti sui luoghi di lavoro. Si continua a morire perché la sicurezza è considerata un costo, una voce da sacrificare. Non ci bastano più i minuti di silenzio. Chiediamo subito ispezioni mirate, abbandoniamo la finta normalità: la vita delle persone deve venire prima del profitto”, si legge nella nota della FILLEA Cgil Roma e Lazio, Piccoli aggiunge con durezza: “Lo Stato e le imprese sono colpevoli di un sistema colabrodo: si naviga nel caos degli appalti, crescita della precarietà e subappalti incontrollati. I controlli sono insufficienti e le norme spesso ignorate. Risultato? Chi lavora paga con la vita”. La FILLEA Cgil Roma e Lazio chiede “misure immediate e straordinarie: controlli serrati e senza preavviso, formazione obbligatoria e continua, sanzioni penali e reali”. Diego Piccoli conclude: “Questa non è retorica. È una richiesta di giustizia. Ogni giorno che passa senza intervenire concretamente è un giorno in cui un altro lavoratore rischia di non tornare a casa. Basta morti sul lavoro”