Durigon, Salvini pronto a valutare suo futuro, prove di separazione

Dopo difesa a oltranza apre a verifica "per bene Lega e governo"

Claudio Durigon
Claudio Durigon, dal profilo Fb

Si profila forse una svolta nel “caso” del sottosegretario leghista Claudio Durigon? Nel pieno del meeting del Cl a Rimini, sembra aprirsi uno spiraglio nelle parole di Matteo Salvini sulla querelle che da settimane insegue l’uomo di punta del Carroccio nel Lazio, soprattutto in vista delle prossime Comunali. L’apertura, se di apertura si può davvero parlare, arriva “per il bene del movimento e”, in seconda battuta, “del Governo”, proprio all’indomani dell’incontro a Palazzo Chigi tra Salvini e il Presidente del Consiglio Mario Draghi. “Siamo qui per risolvere problemi ed eliminare polemiche”, dice il leader leghista. Se lo scoglio non si supera il rischio è infatti che si arrivi a dicembre anche con questa sfiducia.

“Durigon è il padre di Quota 100 e con lui mi confronto sul tema del saldo e stralcio”, aggiunge, ma almeno in questa nuova puntata agostana, pur rinnovandogli la “massima fiducia”, sul futuro non rilancia. “Ragioneremo insieme su cosa fare e cosa sia più utile per il movimento – dice – e per il governo”. Già al centro di accese polemiche per le sue affermazioni sulle indagini della Gdf sui 49 milioni della Lega e sul generale che sarebbe stato “messo lì” proprio dal suo partito, Durigon ha fatto nuovamente saltare sulle barricate mezzo Parlamento la sera del 4 agosto, quando nella “sua” Latina aveva proposto di intitolare il parco della città ad Arnaldo Mussolini, fratello del Duce, e non più ai magistrati uccisi dalla mafia Falcone e Borsellino. Immediata la levata di scudi del centrosinistra, con il M5S promotore di una mozione di sfiducia contro il sottosegretario accusato di nostalgie fasciste e pertanto inadatto al ruolo istituzionale che ricopre nel Governo. Salvini – che per la vicenda si è ritrovato contro anche associazioni civili come l’Anpi e il daspo di Salvatore Borsellino, fratello del giudice – ha preferito inizialmente evitare commenti, salvo poi sminuire. “Durigon è bravissimo e nella Lega non c’è alcun nessun nostalgico – tagliava corto – Fascismo e comunismo sono stati sconfitti dalla storia fortunatamente, siamo in democrazia e continueremo a viverci”.

Silenzio assoluto anche da Draghi che sulla vicenda non è mai intervenuto, almeno pubblicamente. “Mai parlato di lui con il premier. Sono preoccupato zero”, confermava ancora 24 ore fa Salvini. Anzi, “con Durigon stiamo lavorando alla nuova riforma delle pensioni”. Qualcosa, nel frattempo, potrebbe, però, essere cambiata. A Rimini – dove gli avversari politici, oggi anche compagni di maggioranza, sono tornati all”attacco sulla vicenda, Enrico Letta in primis – Salvini sembra annunciare aperture.

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