“Brava nazista! Siete tutti uguali voi prepotenti schifosi e poi parlate di Putin” e “Ormai siete alla dittatura pura e sfacciata. Nazisti rossi infami. Altro che Putin. Dovreste andare in galera e pagare tutti i danni”. Sono alcuni delle decine di insulti rivolti sui social network all’assessora alle Pari opportunità di Roma, Monica Lucarelli, che nei giorni scorsi ha annunciato la rimozione dei manifesti anti abortisti dell’associazione Pro vita e famiglia apparsi nel quadrante tra piazza Carpegna e piazza Pio XI a ovest della Capitale.
Una pioggia di commenti, anche a sfondo sessista, ha raggiunto l’assessora: “La guerra la fai anche tu facendo staccare a Roma i manifesti contro l’aborto selettivo delle bambine. Vergogna, quanta ipocrisia”, scrive Silvia. “Se poi la piantassimo di censurare i manifesti che non ci piacciono… non ce lo vogliamo togliere proprio il vizietto della prepotenza e della censura, eh?”, commenta Massimo. “Ma non ti vergogni a censurare la vita? Sei pure una donna, o sbaglio?”, aggiunge Monica.
I manifesti anti aborto – distribuiti per la Giornata internazionale della donna che si celebra l’8 marzo – ritraggono un feto e nel testo recitano: “Potere alle donne? Facciamole nascere”. La prima denuncia c’è stata il 4 marzo scorso da parte dei consiglieri del municipio XIII di Aurelio in Comune, che hanno segnalato i manifesti alla commissione Pari opportunità capitolina che – attraverso la presidente Michela Cicculli (Sce) – si è attivata per sollecitare la rimozione delle affissioni presso l’assessorato competente. Nella giornata di ieri proteste contro la scelta di Palazzo Senatorio si sono alzate dai gruppi di Fratelli d’Italia e Lega.