Domenico Ossoli, 73 anni, è stato dichiarato in stato di fermo per l’omicidio aggravato dalla premeditazione ai danni della moglie Annamaria Morelli uccisa questa mattina in via Palombarese nei pressi del civico 222 di Fonte Nuova alle porte di Roma. È l’esito di una intensa giornata di indagini condotte dai carabinieri, coordinate dalla procura della Repubblica di Tivoli.
Il femminicidio non era stato anticipato da nessun tipo di denuncia per maltrattamenti che potesse far ipotizzare un esito così drammatico. I carabinieri sono arrivati sul luogo del delitto dopo una segnalazione e giunti sul posto hanno trovato la donna riversa in un’autovettura con la testa accasciata, senza dare alcun segno di vita; sul posto i militari hanno trovato trovavano un uomo che rivolgendosi al militare intervenuto ha affermato: “Sono stato io”, poi identificato nel marito della vittima, trovato in possesso di un borsello al cui interno vi era una Beretta calibro 7,65 pronta all’uso.
I militari hanno trovato anche otto colpi nel caricatore ed un proiettile era stato già esploso. Sul posto è immediatamente intervenuto anche il sostituto procuratore della Repubblica del Gruppo specializzato nel contrasto alla violenza di genere ai danni delle donne — che ha assunto la direzione delle indagini -, unitamente al Comandante della Compagnia Carabinieri di Monterotondo. Il medico legale ha accertato che la morte era riconducibile ad un colpo d’arma da fuoco, esploso a “bruciapelo” all’altezza del deltoide sinistro. Ascoltati i figli della vittima, è stato accertato che Ossoli non aveva mai accettato la decisione della donna di volersi separare, più volte aveva affermato “piuttosto l’ammazzo ma non le do la separazione”, era “geloso”. È stato anche accertato che il controllo ossessivo dell’Ossoli sulla moglie si realizzava collocandole, di nascosto, un gps nell’autovettura per monitorare i suoi spostamenti.
Il Pm ha proceduto all’interrogatorio dell’uomo il quale ha dichiarato che era sua intenzione sparare alle gambe della donna ma non di ucciderla e indicava altre ragioni che lo avevano spinto al gesto, senza menzionare la condizione di serrato controllo a cui aveva costretto la moglie, negandole qualsiasi scelta autonoma. Nel decreto di fermo il Pm rileva l’evidente volontà omicidiaria dell’uomo che attirava la donna colpendola a bruciapelo con un’arma da fuoco nonché l’evidente incompatibilità di quanto constatato dal medico legale sulla non volontà omicidiaria. Il Pm ha contestato la premeditazione, risultando che l’uomo si era recato a Fonte Nuova con lo specifico intento di sparare alla moglie e che la causa del femminicidio era la volontà della donna di sottrarsi al suo controllo ossessivo.