Femminicidio di via del Babuino, nuova perizia per Carrieri

Il direttore di banca che il primo maggio 2017 ha ucciso la compagna Michela Di Pompeo in primo grado è stato condannato a 30 anni

Stabilire se al momento del fatto l’imputato “fosse in condizioni tali da escludere o scemare la sua capacità d’intendere e volere”, in caso di risposta affermativa sapere se al momento attuale presenti una concreta pericolosità sociale, in caso di ulteriore risposta affermativa, quali misure tecnico-sanitarie possano essere utilizzate per porre rimedio. Questi i quesiti la cui risposta è stata affidata dalla Corte d’assise d’appello di Roma ai due psichiatri chiamati a fare luce sulla capacità d’intendere e volere di Francesco Carrieri, il direttore di banca romano che il primo maggio 2017 uccise la compagna Michela Di Pompeo, insegnante della prestigiosa Deutsche Schule, nella sua abitazione di via del Babuino, nel centro storico di Roma.

I dottori Gabriele Sani e Massimo Di Genio, per l’espletamento dell’incarico, hanno chiesto e ottenuto tre mesi di tempo; a fine ottobre illustreranno in aula gli esiti dei loro accertamenti medico-legali. Carrieri in primo grado fu condannato a trent’anni di reclusione per omicidio volontario aggravato. Secondo l’accusa, il primo maggio 2017, al culmine di una lite, colpì la compagna con un peso da palestra uccidendola sul colpo. Fu lo stesso Carrieri, dopo l’arresto, ad ammettere la sua responsabilità. Secondo quanto al tempo si apprese, disse di avere colpito la compagna al culmine di una lite scaturita dal suo timore di essere lasciato solo.

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