Il Vicariato di Roma “deplora con fermezza quanto accaduto ieri, davanti alla parrocchia di Santa Lucia, alla totale insaputa del parroco don Alessandro Zenobbi e di tutto il clero parrocchiale, al termine della celebrazione di un funerale”, quando sulla bara è stata messa una bandiera con la svastica nazista, “simbolo orrendo inconciliabile con il cristianesimo”. La diocesi di Roma parla di “strumentalizzazione ideologica grave, offensiva e inaccettabile” e conferma quanto detto dal parroco don Zenobbi: “Quanto si è verificato all’esterno della chiesa è avvenuto senza nessuna autorizzazione”.
Il Vicariato di Roma spiega che il funerale si era svolto “senza alcun segno o manifestazione che facesse presagire ciò che è accaduto subito dopo”.
“La strumentalizzazione ideologica e violenta, ancor più quella che segue un atto di culto e in prossimità di un luogo sacro, per la comunità ecclesiale di Roma e per tutti gli uomini di buona volontà della nostra città rimane grave, offensivo e inaccettabile”, sottolinea la diocesi. Nello stesso pomeriggio di ieri – riferisce ancora il Vicariato – è arrivata la presa di distanza da parte della parrocchia, che il Vicariato di Roma conferma.
“Quanto si è verificato all’esterno della chiesa – scrive don Zenobbi – è avvenuto senza nessuna autorizzazione né del parroco né del sacerdote celebrante, entrambi all’oscuro di quanto stava per accadere. A tale proposito intendiamo esprimere la nostra profonda tristezza, delusione e disappunto per quanto si è verificato prendendo le distanze da ogni parola, gesto e simbolo utilizzati all’esterno della chiesa, riconducibili a ideologie estremiste lontane dal messaggio del Vangelo di Cristo”. “La diocesi di Roma, nelle sue tante componenti ecclesiali, lavora da tempo con dedizione per formare, educare e così disattivare ogni meccanismo di odio, di contrapposizione, di tentazione violenta ideologica e discriminatoria. Assicuriamo l’impegno della nostra comunità cristiana nella preghiera per l’anima della defunta e nella vicinanza ai suoi familiari, che vivono il dolore del distacco terreno”, conclude la nota del Vicariato.