I giovani attivisti per il clima di Fridays For Future (Fff) Italia scenderanno in piazza a Roma “in corrispondenza del G20 per arricchire il corteo di sabato 30 ottobre di vertenze ecologiste” e per l’indomani, domenica 31, hanno annunciato un’assemblea “dei movimenti” (dalle 10 alle 17 presso il Teatro Garbatella a Roma), che puntera’ al confronto “tra tutte le vertenze in campo sia per rafforzare ogni singola lotta, sia per costruire una strategia comune di confronto e mobilitazione per il prossimo autunno-inverno, durante il quale molti nodi verranno al pettine e servira’ la costruzione di una massa critica adeguata”. Lo rende noto Fff Italia spiegando che “il G20 legittimera’ nuove scappatoie per le grandi aziende inquinanti, attraverso cui potersi certificare green senza realmente limitare le proprie emissioni climalteranti. Abbiamo bisogno di soluzioni climatiche reali, decoloniali e socialmente giuste”.
L’appuntamento è alle 15 a Piazzale Ostiense (Metro B Piramide), insieme a: le vertenze operaie e del lavoro come la Gkn (annunciati 10 pullman dal Collettivo di Fabbrica), l’Alitalia, la Whirlpool; Extinction Rebellion e tutti i movimenti sociali ma anche le esperienze del mondo contadino e dell’agroecologia; le reti studentesche, i movimenti per l’abitare; la rete Fuori dal Fossile e i movimenti No Tav, No Triv, per l’acqua pubblica e contro il nucleare; le esperienze transfemministe e gli zapatisti e le zapatiste del Consiglio Nazionale Indigeno dell’Ezln dal Chiapas; i sindacati di base.
Nel messaggio ai rappresentanti del G20, gli attivisti elencano “Zero energia da fonti fossili compreso il gas, anche in previsione della Cop26; Piani reali di transizione e riconversione ecologica, ora senza “false soluzioni come il biogas, le biomasse o gli impianti di cattura e stoccaggio del carbonio (Ccs). Cancellazione del debito dei paesi piu’ poveri, Green Fund a fondo perduto, ovvero i 100 miliardi che le nazioni storicamente responsabili delle emissioni si sono impegnati a dare ai Paesi in via di sviluppo non deve essere un prestito. Chiudere il mercato dei crediti di carbonio che “e’ la Wall Street delle emissioni, dove si scommette sul carbon budget residuo che segna il punto di non ritorno per l’umanita’”, che “ha permesso alle grandi aziende di continuare ad inquinare in un sistema che ha alla base compensazioni delle emissioni false e colonialiste, sviluppate sulla pelle dei territori piu’ marginalizzati”. L’appello degli attivisti e’ “all’autodeterminazione, dei popoli e dei territori, per tracciare un modello di sviluppo diverso dal dominante, in armonia con la biocapacita’ globale e le necessita’ locali”.
Il messaggio per i leader del G20 “e’ perentorio: I vostri trucchetti finanziari ritardano la transizione e non portano alcun beneficio alla causa climatica. Di fronte a una crisi climatica epocale e’ il momento di assumersi le proprie responsabilita’: ascoltare la societa’ civile e le popolazioni Mapa; frenare chi inquina, piuttosto che assecondarne le richieste”.
Domenica, l’assemblea sara’ strutturata con quattro interventi introduttivi: il primo della Societa’ della Cura; il secondo della realta’ femminista, il terzo dei Fridays For Future e delle realta’ studentesche e giovanile e il quarto della Gkn, esempio di lotta operaia che e’ uscita dallo steccato per fare della propria vertenza una questione generalizzata.