Gare di monopattini in centro, via del Corso come una pista

Ma anche in piazza Venezia, tra i Fori e il Colosseo

(Luca Monaco per Repubblica Roma)

“Daje regà”. L’urlo raggiunge gli ultimi piani dei palazzi che si affacciano su via del Corso, prima di spegnersi, coperto dai frastuono delle auto incolonnate all’angolo con piazza Venezia. Quel grido è il se gnale: semaforo verde. Alberto, 17 anni, assesta una spinta con il piede sinistro. “Via”. La tavoletta prende velocità. Corre lungo la linea bianca che separa i due sensi di marcia. Schiva l’ombra di un autobus diretto al Vittoriano. Scarta due passanti che attraversano la strada all’altezza di via di Pietra. I tré amici lo seguono a ruota. Lo affiancano. poco prima del semaforo pedonale prima della galleria Alberto Sordi. E rosso ma non si ferma nessuno. Alberto tiene la posizione, taglia il traguardo da vincitore anche se non c’è nessuno a sventolare la bandiera a scacchi, di fronte a palazzo Chigi illuminato con il Tricolore.

“Sì, facciamo le gare, ma mica come nei film – minimizza Alberto, 16 anni, dal Tiburtino, che come gli amici non indossa il casco – ci sfidiamo tra amici, passiamo la sera ta. Io abito poco prima di San Basilio, lì non c’è niente da fare la sera. Allora veniamo in centro e ci divertiamo un po’”. Non sono certo gli unici. Via del Corso è una delle strade più gettonate dai giovanissimi che dalla fine del lockdown amano trascorrere le notti di movida lanciandosi nelle evoluzioni a bordo degli 8.500 monopattini dislocati in città.

La strada dello shopping che collega piazza Venezia con piazza del Popolo non è l’unica “pista” urbana utilizzata dai “pirati” del monopattino. È sufficiente seguire le lucette di posizione che sfrecciano nel buio al centro di piazza Venezia per scoprire il secondo “circuito”: i velocisti imboccano i Fori Imperiali diretti al Colosseo. La “birretta” sul belvedere Cedema “è d’obbligo”, poi si toma in pista. Marco, 16 anni, dal Trionfale, la conosce a memoria la lingua d’asfalto che scende piegando verso destra fino alla piazza del Colosseo. “Alla fine t’allarghi un po’ – ricostruisce – e freni quasi al centro al centro della curva. Non troppo. Quanto basta per girarti senza perdere velocità”. E tagliare il traguardo di fronte all’ingresso della metro.

“Chi arriva ultimo paga la birra”, ride Marco, indicando Alessio, uno dei suoi quattro amici, “a cui tocca sempre offrire da bere”. C’è chi corre e chi si sfida nel drifting, le sgommate in controsterzo che prima dell’avvento dei monopattini erano prerogativa del popolo delle microcar: i liceali “padroni” delle piazze gioiello dei Parioli e del Trieste Salario. Le flotte dei monopattini voluti dalla sindaca Raggi per implementare l’offerta di mobilità sostenibile in città, sono ancora quasi tutte concentrate nell’ansa Barrocca. «Il risultato è devastante – attacca il presidente dell’associazione residenti Campo Marzio Roberto Tornassi – sono tutti abbandonati di fronte ai portoni dei residenti: l’altro giorno una nostra associata si è ferita a una caviglia per spostare una tavoletta che le impediva di en trare in casa, in via Bocca di Leone. In via del Corso ci fanno le gare tutte le notti – ripete -. Serve indicare delle precise zone di sosta come a Parigi, e poi serve l’applicazione ferrea del codice della strada”.

Le istruzioni peri il corretto uso sono indicate sull’applicazione di accesso. Eppure le nessuno le conosce.Davvero non si può andare in due? – domanda Alessandra Russo, un’impiegata arrivata con il ragazzo da Ladispoli – siamo stati a cena in centro, adesso facciamo un giro a fontana di Trevi, Campo de’ Fiori, piazza di Spagna”. Le aree pedonali patrimonio dell’Unesco sono orfane della segnaletica stradale (anche le bici andrebbero portate a mano) e i pirati del monopattino fanno lo slalom tra la folla. Le regole violate Mai in due e minori sempre con il casco In coppia Dal Colosseo a via del Corso, in barba alle regole, sui mezzi a noleggio si va anche in due Senza protezioni Gli under 18 dovrebbero indossare un casco quando sono a bordo dei monopattini.

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