Gas Russia, Putin: “Pagamento in rubli entro il 31 marzo”

Lo riporta il servizio stampa del Cremlino in una nota. Nella lista dei Paesi colpiti da questa misura ci sono tutti gli Stati che hanno introdotto sanzioni contro la Russia dopo l'inizio della "operazione militare speciale" in Ucraina, tra cui anche l'Italia

Il presidente russo Vladimir Putin ha incaricato il governo, la Banca centrale e la compagnia energetica Gazprom di attuare il trasferimento dei pagamenti per il gas in rubli ai “Paesi ostili” entro il 31 marzo. Lo riporta il servizio stampa del Cremlino in una nota. Nella lista dei Paesi colpiti da questa misura ci sono tutti gli Stati che hanno introdotto sanzioni contro la Russia dopo l’inizio della guerra in Ucraina, tra cui anche l’Italia.

Da oggi nuovi colloqui in Turchia

La Turchia riesce parzialmente a ottenere il ruolo di mediatore nel conflitto fra Russia e Ucraina. Parzialmente perché Ankara avrebbe voluto organizzare un vertice trilaterale fra i tre presidenti, il turco Recep Tayyip Erdogan, il russo Vladimir Putin e l’ucraino Volodymyr Zelensky, ma ha constatato che un simile evento sarà possibile solo dopo che si raggiungerà una bozza di accordo a livello di squadre negoziali. E da oggi, infatti, sino a mercoledì 30 marzo si terranno proprio a Istanbul i colloqui di pace fra le delegazioni di Mosca e Kiev, come confermato da una conversazione telefonica avvenuta fra i capi di Stato di Turchia e Russia avvenuta ieri. In precedenza è stato Davyd Arakhamia, capogruppo del partito Servo del popolo in Parlamento e alla guida la delegazione ucraina, ad annunciare che i colloqui si sarebbero svolti in Turchia, mentre il consigliere presidenziale ucraino, Mykhailo Podolyak, ha affermato che le posizioni di Kiev in vista di tali colloqui restano invariate. E proprio sulle divergenze di vedute dovranno lavorare le due squadre negoziali: da un lato, la Russia continua a chiedere a Kiev di riconoscere le due autoproclamate repubbliche del Donbass e l’annessione della Crimea, il riconoscimento della lingua russa in Ucraina, la neutralità militare e la “denazificazione” del Paese; dall’altro, Kiev, chiede un cessate il fuoco definitivo, il ritiro delle truppe russe dal territorio ucraino e rigorose garanzie di sicurezza.

Zelensky, compromesso per evitare la terza guerra mondiale

Dalle ferme posizioni delle due parti emerge la distanza esistente per ottenere un buon esito dei colloqui e lo stesso presidente ucraino, Volodymyr Zelensky, che in un’intervista rilasciata ai media russi legati all’opposizione “Meduza” e “Dozhd” fa sapere che sarà “impossibile” costringere completamente la Russia a lasciare l’Ucraina senza iniziare una “terza guerra mondiale”. Zelensky ha affermato che i suoi obiettivi principali sono “ridurre al massimo il numero di vittime e accorciare la durata di questa guerra”. Il capo dello Stato ucraino lancia, tuttavia, un invito al “compromesso”. “Torniamo dove tutto questo è iniziato e lì cercheremo di risolvere la difficile questione del Donbass”, ha detto. Zelensky ha anche affermato che l’Ucraina è pronta a discutere su una posizione di “neutralità” e uno “status non nucleare” con la Russia, ma vuole in cambio garanzie di sicurezza. Ancora una volta, infine, Zelensky ha detto che avrebbe sottoposto la questione a un referendum in Ucraina e che qualsiasi trattato avrebbe dovuto essere ratificato dai “Paesi garanti”, che secondo alcuni osservatori potrebbero essere Regno Unito, Stati Uniti e Turchia.

La Russia di Putin prova a “dividere in due l’Ucraina”

Il direttore dell’intelligence militare ucraina, Kyrylo Budanov, si è detto convinto che la Russia potrebbe provare a dividere in due l’Ucraina poiché il presidente russo Vladimir Putin si è reso conto che “non può annettere l’intero Paese” e probabilmente cercherà di dividerlo, attuando uno “scenario coreano”. Questo è un riferimento alla divisione in atto dal 1953 fra Corea del Nord e Corea del Sud. Secondo Budanov, i russi dopo aver diviso in due il Paese “cercheranno di riunire i territori occupati in un’unica struttura para-statale e di metterli contro l’Ucraina indipendente”. In questo senso, il direttore dell’intelligence ha fatto riferimento ai tentativi russi di creare strutture governative parallele nelle città occupate e di impedire alle persone di utilizzare la valuta ucraina, la grivnia.

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