Gli scontri in Israele, il Vaticano poco ottimista sulla crisi

Papa Francesco condanna la violenza ma esprime anche preoccupazione per la situazione a Gaza. Lunedì marcia a 80 anni dal rastrellamento del Ghetto

Israele, la Sinagoga di Roma
Israele, la Sinagoga di Roma

In Vaticano non c’è ottimismo su una soluzione a breve della crisi in Medio Oriente. Il Papa ha condannato il ricorso alla violenza, ha chiesto che gli ostaggi siano rilasciati, ribadendo che chi è attaccato ha diritto di difendersi. Ma allo stesso tempo il Pontefice si è detto preoccupato per l’assedio di Gaza, dove vivono tanti palestinesi cristiani.

Pizzaballa: il Papa sgomento per quanto accaduto in Israele

In Israele, ci si aspettava da Papa Francesco una presa di posizione più netta ma soprattutto più immediata. Anche il primo comunicato delle Chiese latine era stato giudicato troppo morbido a Gerusalemme. Ma il patriarca di Gerusalemme, il cardinale Pierbattista Pizzaballa, tiene a ribadire la posizione della Santa Sede. “Il Papa, la Santa Sede, ne ho parlato con tutti e tutti sono molto preoccupati e sgomenti per ciò che è accaduto – dice – e per come è accaduto, una tragedia orribile, così all’improvviso…”.

Gerusalemme deserta 

 “È la Gerusalemme tipica dei periodi di guerra. Deserta, quasi paralizzata. Si avverte paura, rancore, rabbia. In città le relazioni quotidiane tra ebrei e arabi, in genere, sono abbastanza tranquille. Adesso ognuno se ne sta per conto suo”, ha raccontato. A proposito dei bambini uccisi nell’attacco di Hamas nei kibbutz, Pizzaballa ha parlato di “sgomento” e “incredulità”: “È una novità spaventosa e assoluta che non potrà non lasciare conseguenze chiare e nette nelle relazioni” tra israeliani e palestinesi.

Lunedi la marcia a 80 anni dal rastrellamento del Ghetto di Roma 

Un altro momento per misurare la temperatura sarà lunedì quando ci sarà il ricordo al Ghetto di Roma del rastrellamento voluto dai nazifascisti durante la Seconda Guerra Mondiale 80 anno fa. Una marcia voluta dalla Comunità ebraica di Roma e dalla Comunità di Sant’Egidio. Paolo Ciani, esponente della Comunità di S. Egidio e parlamentare di Demos, dice: “In queste ore di dolore e angoscia è ancora più importante coltivare la memoria, tramandare alle nuove generazioni la testimonianza dell’abisso attraversato dagli ebrei romani nel 1943. Famiglie distrutte, vite spezzate, violenze inaudite. Gli ‘anni rubati’ di cui ha parlato Settimia Spizzichino. In questi giorni abbiamo assistito ad immagini drammatiche in Israele, davanti a cui è importante fermarsi ed esprimere la nostra solidarietà a chi è stato ucciso da un atto di terrorismo che ha scatenato una nuova, terribile, guerra.

Ciani: la città partecipi alla Marcia 

Ciani ricorda di aver “partecipato alla marcia della memoria da quando è stata istituita da Comunità di Sant’Egidio e Comunità Ebraica Romana, 30 anni fa, e quest’anno con ancora maggiore convinzione ci sarò, insieme a chi come me, crede nel valore della memoria, della fraternità, della pace”.

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