Governo ad un passo

Il Pd ha detto sì a un nuovo governo con Giuseppe Conte. Dopo l'incarico di Mattarella toccherà al premier risolvere i problemi ancora sul tavolo

Il Partito democratico al Quirinale di fronte al presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, ha detto sì a un nuovo governo con Giuseppe Conte premier. Come deciso dalla direzione dem e anticipato da Andrea Orlando, il Pd “ha accettato la proposta del M5s di indicare in quanto partito di maggioranza relativa il nome del presidente del Consiglio dei ministri”, come ha spiegato Nicola Zingaretti dopo la consultazione al Colle. Proprio il segretario Pd, poco prima, ha avuto una telefonata con Conte.

A Mattarella “abbiamo altresì confermato risolutamente l’esigenza ora di costruire un governo di svolta e discontinuità“, ha precisato Zingaretti. Quindi “nessuna staffetta”, ma anzi una “nuova sfida” che segni “una nuova stagione politica” e che abbia una chiara discontinuità anche “delle ricette economiche in chiave redistributiva e di equità sociale” e che promuova “uno sviluppo economico verde”.

La discontinuità invocata a più riprese da Zingaretti riguarda direttamente uno dei nodi che ancora rimangono sul tavolo, ovvero il ruolo di Luigi Di Maio nel nuovo esecutivo (oltre alla questione del voto su Rousseau). Il Pd chiede una vicepresidenza unica e il capo politico dei 5 stelle ha replicato: “Qualcuno è più concentrato a colpire il sottoscritto che a trovare soluzioni“. Zingaretti e il Pd però sono stati lapidari: “Conte è il premier voluto dal M5s. Il modello con due vice espressione dei due partiti non c’è più“. Questo però, ha specificato per esempio Orlando, non significa che ci sia un veto “a un ruolo di Di Maio nel nuovo governo”. Sul punto la trattativa prosegue a strattoni.

Dopo l’incarico di Mattarella toccherà, dunque, a Conte risolvere ‘il problema’ vicepremier e voto  su Rousseau.

Il Pd avrebbe voluto che il M5S mettesse ai voti su Rousseau l’intesa prima che (come è prevedibile) Giuseppe Conte ricevesse formalmente l’incarico (probabilmente accettato con riserva) di formare un nuovo governo. Questo per evitare che sia azzoppato prima ancora di muovere i primi passi. Ma di diverso assiso sono stati i vertici pentatstellati, fermi nel voler sottoporre l’accordo ai militanti per il via libera solo dopo l’incarico da Mattarella. Una linea che ha suscitato molti malumori nella base M5S, divisa tra chi plaude alla scelta del voto on line, chi si schiera contro l’abbraccio ai dem e chi ribadisce, comunque la sua fiducia nei leader 5 Stelle.

 

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