Un governo “di svolta, alternativo alle destre, con un programma nuovo, solido, un’ampia base parlamentare e che possa ridare una speranza agli italiani. Ovviamente, se non dovessero esistere queste condizioni – tutte da verificare allo stato attuale – e lo abbiamo ribadito al presidente Mattarella, lo sbocco naturale della crisi sono nuove elezioni anticipate a cui il Partito democratico è pronto”. Questa, all’insegna della discontinuità, è la posizione espressa dal segretario del Partito democratico, Nicola Zingaretti, al termine del colloquio al Quirinale con il capo dello Stato, Sergio Mattarella, nell’ambito della seconda giornata di consultazioni dopo le dimissioni del premier Giuseppe Conte. “Un esecutivo non a qualsiasi costo”, ribadisce come un mantra il leader del Pd, che rilancia i cinque punti approvati ieri dalla Direzione nazionale del partito come condizione per siglare un’intesa con il Movimento cinque stelle.
Per il presidente di Forza Italia, Silvio Berlusconi, protagonista di tre quarti d’ora di colloquio con Mattarella, occorre “costituire in Parlamento una maggioranza di centrodestra che corrisponda al sentire degli italiani. Qualora non sia possibile realizzarla, la strada maestra è una sola: elezioni anticipate. Questo è il suggerimento che ho formulato al capo dello stato nel quale Forza Italia ripone la massima fiducia per le scelte che riterrà opportuno di operare”. Ed ancora, prosegue l’ex premier, oggi “mettiamo in guardia dal rischio di un esecutivo frutto di una nuova maggioranza tra diversi, una maggioranza improvvisata che esiste solo in Parlamento e non nel Paese. Una maggioranza che non rispecchia assolutamente la maggioranza degli elettori italiani. Una mera coincidenza di interessi tra forze politiche che si sono contrastate fino a pochi giorni prima non può essere certo la base su cui costruire un esecutivo stabile e credibile, e costituisce piuttosto una presa in giro degli elettori, un tradimento delle loro volontà”. In “nessun caso”, conclude Berlusconi, “Forza Italia è disponibile a partecipare ad operazioni politiche di questo tipo, ad un’alleanza con chi abbiamo contrastato in campagna elettorale, e che esprime una visione del Paese diversa ed opposta alla nostra”-
Prima, nella Loggia d’onore del Quirinale, era apparsa Giorgia Meloni, secondo la quale le elezioni per Fratelli d’Italia “sono oggi l’unico esito possibile, rispettoso dell’Italia, dei suoi interessi, del suo popolo, della Costituzione. Se Mattarella dovesse scegliere l’ipotesi del mandato”, aveva aggiunto, “allora forse bisognerebbe ripartire dalle elezioni del 2018 ed affidare il mandato ad un esponente del centrodestra, perché sarebbe più affine alla volontà popolare”.