La situazione del Green Pass non è facile nemmeno per i senzacasa. In queste ore il Forum del Terzo Settore del Lazio ha scritto all’assessore alla Salute Alessio D’Amato della Regione Lazio affinché siano garantiti tamponi a chi è nelle case occupate, ai senzatetto, agli immigrati che non hanno diritto al sistema sanitario. Molte di queste persone non hanno voluto o non hanno potuto fare il vaccino. Si tratta di almeno tre mila persone sparse per la città, persone che spesso sono destinatarie dell’aiuto dell’Elemosineria Apostolica del cardinale Konrad Krajewski.
Nel frattempo continuano le vaccinazioni di confronto di tutta una serie di persone, immigrati, richiedenti asilo, rifugiati, che per motivi burocratici non possono accedere al Servizio Sanitario Nazionale, o che semplicemente non riescono a farlo tramite i soliti canali. Le vaccinazioni stanno proseguendo nell’ex San Gallicano a Trastevere, e finora ne hanno usufruito almeno 8 mila persone. Un’azione fondamentale per garantire che, prima o poi, si raggiunga l’immensità di gregge, tanto che la struttura di Sant’Egidio è stata due volte visitata dal commissario Figliuolo.
Pensare che solo a Roma ci sono non meno di 8 mila senzatetto, cui si aggiungono le 10 mila persone che vivono negli stabili occupati e le 5 mila che sono stipate nei campi rom. Numeri da brivido e probabilmente sottostimati. Sono persone che non hanno una casa in cui restare e molta difficoltà nell’accesso all’acqua. Per questi il Green Pass è un vero rebus. E con l’avanzare dell’autunno, il rischio è che le malattie da raffreddamento aumentino.
E fa pensare anche la situazione dei rom. Per l’associazione 21 Luglio, Roma insieme a Torino è stata l’unica amministrazione che ha perseguito nella politica degli sgomberi, ha istituito un ufficio speciale per i Rom e ha imposto la firma di un regolamento in cambio del sostegno per l’uscita dalle baracche, nell’ambito del Piano Rom lanciato a maggio 2017 dalla Giunta Raggi. Nonostante il calo degli sgomberi forzati si sia attestato al 62,2% tra il 2019 e il 2020, passando da 45 a 17 interventi, gli episodi non si sono comunque fermati del tutto. Gli sgomberi non fanno altro che parcellizzare gli insediamenti, e questo rende più difficile il tracciamento. Anche in questo caso il Green Pass rischia di essere una chimera.