“Una mafia bianca ha espugnato le istituzioni ergendosi a soggetto regolatore della vita pubblica ed economica di uno dei più importanti comuni della regione Lazio”: è quanto scrive il Gip del tribunale di Tivoli nell’ordinanza di custodia cautelare in carcere per dieci persone, di cui nove oggi sono state condannate, in primo grado, per peculato, corruzione e falso ai danni dell’amministrazione comunale. I fatti riguardano il Comune di Guidonia Montecelio, il più popoloso dell’area metropolitana di Roma, e risalgono all’amministrazione del sindaco Eligio Rubeis, eletto nelle fila del Pdl e poi passato a Forza Italia. Dopo 50 udienze e decine di testimonianze il tribunale di Tivoli ha condannato 9 dei 10 imputati per associazione per delinquere finalizzata a commettere plurimi delitti ai danni del Comune di Guidonia. Un solo imputato è stato assolto dal reato contestatogli e due degli imputati condannati sono stati assolti da un capo di imputazione.
Complessivamente le pene detentive ammontano a oltre 41 anni, la massima è di 9 anni e sei mesi: si aggiungono alle pene patteggiate da cinque imputati (un consigliere e un dirigente comunale, tre imprenditori). Il tribunale ha disposto anche confische di somme per oltre 250.000 euro di beni già in sequestro mentre oltre 800.000 euro sono in sequestro in un altro troncone del procedimento. A queste si aggiungono numerose pene accessorie nonché il licenziamento per i dipendenti pubblici già sospesi dal servizio e il risarcimento del danno in favore del Comune di Guidonia costituitosi parte civile.
L’organizzazione è definita “criminale” dal Gip di Tivoli, sempre nell’ordinanza di custodia cautelare che in attesa del deposito delle motivazioni della sentenza è utile a ricostruire i, secondo i giudici si era “insediata all’interno del Comune di Guidonia Monteccapi d’imputazione. Secondo il Giudice per le indagini preliminari “profittando della copertura offerta da ruoli amministrativi e politici di rilievo, ha depredato le risorse pubbliche e la fiducia dei cittadini, in un clima di connivenza e di omertà che ha offerto protezione e impunità per anni ai partecipi del gruppo”. Nel gruppo dei condannati in primo grado ci sono consulenti, dirigenti, funzionari e impiegati comunali, imprenditori e l’ex vice sindaco.