“Habemus Papam, nero!”: a Roma la performance d’artista di Pep Marchegiani

Si inserisce nella lunga tradizione delle Pasquinate, con l'apparizione dell'immagine del nuovo Pontefice africano (Celestino VI, inesistente nella storia della Chiesa che si ferma al papa del "gran rifiuto", appunto Celestino V morto nel 1296 nel castello di Fumone) sulla celebre statua di Pasquino, sul lungotevere al cospetto del Cupolone e in diversi luoghi iconici della Città eterna, come ai piedi della statua di Giordano Bruno in Campo dei Fiori

photo credit: Pep Marchegiani

“Habemus Papam, nero!”: è il grido artistico lanciato a Roma da una innovativa performance a firma di Pep Marchegiani, che si inserisce nella lunga tradizione delle Pasquinate, con l’apparizione dell’immagine del nuovo Pontefice africano (Celestino VI, inesistente nella storia della Chiesa che si ferma al papa del “gran rifiuto”, appunto Celestino V morto nel 1296 nel castello di Fumone) sulla celebre statua di Pasquino, sul lungotevere al cospetto del Cupolone e in diversi luoghi iconici della Città eterna, come ai piedi della statua di Giordano Bruno in Campo dei Fiori. Marchegiani, artista non nuovo a provocazioni che portano a una riflessione sullo stato e sul ruolo dell’arte contemporanea, ha voluto portare nel cuore della cristianità il primo Papa africano della storia.

Ad ispirarlo è stato un sogno, poi materializzato in un’effige, un NFT e un sito, E-pray, che venderà oggetti sacri, autorizzati da La Santa Sede (marchio in fase di registrazione), relativi alla figura del nuovo pontefice: Celestino VI. “L’idea della performance – racconta l’artista – arriva proprio da una veggenza, con l’eredità spirituale di San Pietro raccolta da Celestino VI, il primo Papa proveniente dalla zona di Dar Gum’a in Sudan. Un Papa africano, dunque, con un nome che evoca la celebre figura di Celestino V, di memoria dantesca, primo pontefice a rinunciare al soglio papale. Dopo di lui ha dato le dimissioni Papa Ratzinger, scomparso di recente”.

Celestino VI, come il suo ideale predecessore rappresentato dalla figura dell’eremita del Gran rifiuto, sarebbe un Papa dei poveri, di una Chiesa pura, essenziale, evocativa delle sue prime forme. L’artista torna a Roma dove ha già firmato una sua performance, incappucciando le statue del Pincio con sacchetti di plastica nera, denunciando il degrado della Capitale. Pep Marchegiani, classe ’71 è abruzzese di nascita. Opera in particolare nell’ambito dell’arte contemporanea ed è un fervente sostenitore dell’arte senza padroni. Nel 2021 ha firmato il quadro “Ragazzino grasso senza nome, ma con il pannolino” che è diventato il primo Nft al mondo.

Il viaggio di Celestino VI continuerà in altre città. “L’installazione è sì provocatoria, ma sottolineo che non sono contro la Chiesa a prescindere – aggiunge Pep Marchegiani -. Con questo gesto intendo scuotere le coscienze, invitando ad una riflessione”. Non è la prima volta che la carriera dell’artista si interseca con la Chiesa, avendo già omaggiato Papa Francesco con l’opera SuperPope. “Inoltre per me Wojtyla – conclude l’artista – è stato uno dei più grandi rivoluzionari della Chiesa”.

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