”Ricordiamo un evento tragico che non deve più accadere e allo stesso tempo chiediamo al presidente del Consiglio Giuseppe Conte e al governo l’abrogazione del decreto sicurezza, ma anche una legge seria sulla cittadinanza. Noi non molliamo e continuiamo a lottare”. È il messaggio partito ieri sera dal palco durante la manifestazione che si è svolta a Piazza Sant’Apostoli a Roma, in occasione della ‘Giornata nazionale in memoria delle vittime dell’immigrazione’ per ricordare i 368 morti a poche miglia da Lampedusa e che ha visto tante associazioni presenti. In tanti però hanno chiesto che sia attivato subito lo ius culturae, dunque dare la cittadinanza a tutti i bimbi figli di stranieri che anno dimostrato di essere integrati.
Era il 3 ottobre 2013. Da allora cosa è cambiato? ”Partì l’operazione Mare Nostrum e tutti avevano detto ‘mai più queste tragedie’ – dice un manifestante – ma poi è tornato il muro con il decreto di Salvini. Siamo qui per chiedere un cambiamento e per ricordare che ciò non deve più accadere”. Dal palco si parla, inevitabilmente, della Libia e il movimento Black Lives Matter Roma, dopo aver mostrato il proprio striscione chiede ”un incontro con le forze di maggioranza per un’accelerazione sulle riforme. Gli accordi stipulati con la Libia vanno cancellati in quanto anticostituzionali perché violano l’articolo 80 e non sono mai stati ratificati dal Parlamento. Basta lager”.
Un manifestante spiega: ”L’Italia dà i soldi ai trafficanti di esseri umani che adesso sono diventati ‘Guardia costiera’. Inaccettabile”. L’associazione Casa Africa Onlus parla invece dello Ius culturae, dicendo che ”la Sinistra fino ad ora, anche quando è stata al governo, ha fatto poco”. Una ragazza ci dice: “Sono nata in Italia, ho 17 anni, e tra un anno potrò chiedere la cittadinanza, ma è assurdo avendo fatto tutte le scuole qui. Io sono già italiana”