Il Csm sceglie il nuovo procuratore di Roma, è Francesco Lo Voi

Ma le divisioni interne restano

E’ sulla nomina del procuratore di Roma che rimangono evidenti ancora le profonde spaccature all’interno del Consiglio superiore della magistratura. Nel corso della Plenum di oggi, occasione per ricompattarsi, i consiglieri del Csm sono apparsi ancora profondamente divisi tra le varie correnti, in maniera a tratti anche dura, considerando il livello istituzionale di ciascuno componente del plenum. Alla fine passa per 19 voti la nomina di Francesco Lo Voi, procuratore della Procura della Repubblica presso il Tribunale di Palermo, contro i 2 voti a sostegno della candidatura di Marcello Viola, procuratore della Procura generale presso la Corte d’appello di Firenze. Lo Voi, e’ stato scelto dai togati della sinistra di Area, i moderati di Magistratura Indipendente, i centristi di Unicost, gli esponenti di Autonomia&Indipendenza e il procuratore generale della Cassazione Giovanni Salvi oltre ai 3 laici di M5s e i 3 in quota a Forza Italia. Tre gli astenuti, tra cui i due laici in quota Lega.

I relatori che sostenevano la candidatura di Viola hanno rimarcato il condizionamento in negativo del Csm, della vicenda giudiziaria legata a Palamara e alla favosa cena all’hotel Champagne, durante la quale, si faceva il nome di Viola come persona vicina alla corrente della magistratura poi indagata. Vicinanza che non è mai stata accertata. Non sono mancati neanche gli interventi a favore dell’attuale reggente, Michele Prestipino, considerato garanzia di continuità dell’ufficio ereditato, in sede vacante, dal precedente procuratore Giuseppe Pignatone nel maggio del 2019. Diciannove voti sono una maggioranza ampia, che però non nasconde malumori legati a come si è arrivati ad indicare al presidente della Repubblica, il successore di Giuseppe Pignatone. Per due anni e mezzo, gli inquirenti capitolini sono stati diretti, come facente funzione, da Michele Prestipino, il quale, per un brevissimo tempo, è stato procuratore di Roma In pectore, fino a quando il Tar del Lazio prima, e il Consiglio di Stato dopo, lo hanno delegittimato.

Una corsa a tre anche se, ai nastri di partenza, c’erano i nomi più illustri della magistratura italiana. Candidati a reggere la maggiore procura italiana c’erano Leonida Primicerio, procuratore della Procura generale presso la Corte d’appello di Salerno; Antonio Maruccia, procuratore della Procura generale presso la Corte d’appello di Lecce; Salvatore Vitello, procuratore della Procura della Repubblica presso il Tribunale di Siena; Giuseppe Corasaniti, sostituto procuratore generale della Procura generale presso la Corte di cassazione; Michele Prestipino Giarritta, procuratore aggiunto alla Procura della Repubblica presso il Tribunale ordinario di Roma; Giuseppe Creazzo, procuratore della Procura della Repubblica presso il Tribunale ordinario di Firenze; Giuseppe De Falco, procuratore alla Procura della Repubblica presso il Tribunale di Frosinone; Francesco Prete, procuratore della Procura della repubblica presso il Tribunale di Velletri; Jacob Tarfusser Kuno, sostituto procuratore generale alla Procura generale presso la Corte d’appello di Milano.

C’era anche Alessandro Mancini, procuratore della Procura della Repubblica presso il Tribunale di Ravenna; Claudio Di Ruzza, procuratore della Procura della Repubblica per i minorenni presso il Tribunale per i minorenni di Campobasso. Di questi, però, Maruccia, Corasaniti, Mancini, Di Ruzza, Kuno Tarfusser e Primicerio hanno revocato la domanda così come anche De Falco e Prete che sono poi stati nominati rispettivamente presso le Procure della Repubblica presso il Tribunale di Latina e di Brescia. Ad aspirare alla carica di procuratore di Roma sono rimasti, quindi, Lo Voi, Viola, Vitello, Prestipino e Creazzo. In cinque, quindi, in balìa delle correnti interne alla magistratura dato che per l’elezione di un procuratore, non vale tanto il curriculum quanto i parametri, più soggettivi, dei meriti e delle attitudini.

Nella prima scrematura, quella fatta dalla V Commissione, che nel Consiglio superiore della magistratura, fa una prima valutazione dei conferimenti degli incarichi, i sei consiglieri votarono i nomi di Lo Voi, Viola e Creazzo facendo prevalere quello di Viola. Sarebbe stato quello poi votato dal plenum se non fosse intervenuta l’inchiesta giudiziaria su Luca Palamara, il quale lo indicava, nelle intercettazioni, come nuovo procuratore di Roma, anche a sua insaputa. Una tempesta che ha riportato la questione sul tavolo della V Commissione i cui componenti, il 14 gennaio 2020, hanno proposto al plenum del Csm una nuova rosa di tre candidati: Lo Voi, Creazzo sostituendo, Prestipino a Viola. Il 4 maggio successivo, proprio quest’ultimo, è stato preferito agli altri due. Forti del loro curriculum, rispetto al neo nominato Prestipino, sia Lo Voi che Viola, hanno fatto ricorso al Tar del Lazio vedendosi accolte le impugnazioni (rigettato invece il ricorso di Creazzo). Decisioni impugnate da Prestipino dinnanzi al Consiglio di Stato che, a marzo, le ha rigettate riportando così il pallino sul tavolo del Csm che poteva impuntarsi sulla decisione iniziale, o scegliere un nuovo nome. E’ prevalsa quindi questa seconda via e, oggi, è emerso il nome di Lo Voi che dopo la formale ratifica da parte della presidenza della Repubblica, e salvo ulteriori sorprese, sarà il nuovo procuratore della repubblica di Roma.

Una carriera di altissimo livello quella di Francesco Lo Voi, designato oggi dal Csm alla carica di procuratore di Roma, iniziata nel settembre 1982 in Sardegna come pretore presso la Pretura di Sanluri. Da un’isola all’altra, nel settembre 1984 approda come giudice al Tribunale di Caltanissetta, rimanendo in Sicilia anche nel dicembre 1986 quando venne nominato pretore presso la Pretura di Palermo. Nell’agosto del 1990 passa alla magistratura inquirente rimanendo a Palermo nella locale procura dove, il 21 aprile 1997 diventa sostituto procuratore generale presso la Procura Generale di Palermo. Il 31 luglio 2002 viene posto fuori ruolo diventando componente del Consiglio superiore della magistratura ma, nel gennaio 2007, torna a Palermo come procuratore generale presso la Procura generale e il 2 ottobre 2007 sostituto procuratore generale presso la Corte di Cassazione. Nel 2010 torna fuori ruolo della magistratura diventando membro nazionale di Eurojust a L’Aja. Incarico che mantiene fino al 30 dicembre 2014 quando viene nominato Procuratore della Repubblica presso il Tribunale di Palermo. Oggi ha messo piede nella procura di Piazzale Clodio a Roma.

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