Il diario del Papa in Cile e Perù: pedofilia, chiedo ancora perdono

Francesco chiede scusa per aver parlato di prove invece che di evidenze nel caso del vescovo Barros

Il Papa torna a parlare di pedofilia
Il Papa torna a parlare di pedofilia

Il tema pedofilia continua ad essere scottante per Francesco. E lo è stato anche nella consueta conferenza stampa tenutasi in aereo alla fine del suo viaggio in Cile e in Perù.

“La parola ‘prova’ e’ quella che mi ha tradito. Ho fatto confusione: non volevo parlare di ‘prove’, quanto di ‘evidenze’. C’e’ molta gente abusata che non puo’ avere prove, non le ha. Magari le ha, ma sente vergogna e soffre in silenzio”. Cosi’ papa Francesco, durante il volo da Lima, ha risposto ai giornalisti sulle polemiche nate dalle sue dichiarazioni sul caso di Juan Barros, vescovo di Osorno (Cile) allievo dell’abusatore seriale Fernando Karadima. “Devo chiedere scusa – ha detto – perche’ la parola ‘prova’ ha ferito: ha ferito tanti abusati”. Dunque, la pedofilia rimane un nervo scoperto.

“Sul vescovo Barros ho fatto una sola dichiarazione, a Iquique – ha ricordato Francesco – In Cile ho denunciato gli abusi con molta forza, davanti al governo, nel discorso ai sacerdoti, ho detto cosa penso piu’ profondamente sull’argomento. Sento di dover andare avanti con la tolleranza zero. Inoltre in cinque anni di pontificato non ho firmato una sola richiesta di grazia. In cinque anni avro’ ricevuto venti-venticinque richieste di grazia e non ne ho firmata nessuna. Solo un caso in cui si contestava il processo. Come si dice in giurisprudenza, unico caso in cui c’era il principio ‘in dubio pro reo'”.

Quello del vescovo Barros “e’ un caso che ho fatto studiare, investigare, ci ho fatto lavorare molto: non c’e’ evidenza, sotto l’aspetto delle prove, per l’incolpabilita’”. E secondo il Papa, “nel caso in cui non c’e’ evidenza, ‘nemo malus nisi probetur'”, nessuno e’ cattivo se questo non sia provato.

Sul matrimonio celebrato in aereo si è limitato a dire: “Erano preparati, E io ho giudicato che erano preparati”. “I sacramenti sono per gli uomini – ha aggiunto il Pontefice -. Le condizioni erano chiare: perche’ non fare oggi e rimandare quello che poi magari sarebbe stato tanto tempo dopo?”

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