Va bene accogliere gli omosessuali, i gay. Ma questi rimangano fuori dalla Chiesa. ”Guardate: c’è già un’aria di frociaggine in giro che non fa bene. C’è una cultura odierna dell’omosessualità rispetto alla quale chi ha un orientamento omosessuale e’ meglio che non sia accolto” in seminario. Sono queste le parole precise, riportate dall’Adnkronos, pronunciate dal Papa nell’incontro di lunedì scorso a porte chiuse con i Vescovi italiani.
Frociaggine, slang romanesco
In sostanza ”è molto difficile che un ragazzo che ha questa tendenza poi non cada perché vengono pensando che la vita del prete li possa sostenere ma poi cadono nell’esercizio del ministero”. Fin qui tutto sommato, nulla di particolarmente lontano da quello che è il magistero della Chiesa. Ma quello che ha fatto letteralmente sussultare i vescovi è la parola “ frociaggine”, espressione molto colorita usata a Roma, ma che con gli anni ha assunto un atteggiamento dispregiativo.
Sui gay indicazioni contrastanti
Il fatto è che su alcuni aspetti morali il Papa sembra andare in una direzione e poi nell’altra. Prima, ad esempio, nel documento della Dottrina della Fede la ‘benedizione delle coppie gay’, poi un parziale dietrofront, ora invece l’indicazione di tenere fuori gli omosessuali dai seminari.
Il dibattito sugli omosessuali viene da lontano
Il tema è al centro del dibattito nella Chiesa diversi anni. Nel 2006 e nel 2016 istruzioni avevano sottolineato che “la Chiesa, pur rispettando profondamente le persone in questione, non può ammettere al Seminario e agli Ordini sacri coloro che praticano l’omosessualità, presentano tendenze omosessuali profondamente radicate o sostengono la cosiddetta cultura gay”. La CEI, la Conferenza episcopale italiana, nell’ultima assemblea svoltasi ad Assisi aveva dibattuto sulla possibilità di restrizioni più sfumate, sentendosi incoraggiati proprio dalle passate aperture di Bergoglio sul tema dell’omosessualità.
