Il sabato del villaggio: ecco il Gay Village 2018

Apre tra le polemiche la rassegna LGBT romana. Tanti i cambiamenti rispetto alle edizioni precedenti

 

Tanti cambiamenti per l’edizione 2018 del Gay Village. La celebre rassegna, nata per parlare di cultura LGBT e per far divertire il pubblico dell’estate romana, è tornata alle origini ed è passata dall’EUR a Testaccio. Un cambio che, come raccontato da Radiocolonna, ha provocato un vespaio di polemiche con i residenti che ne chiedono il ridimensionamento e con politici locali pronti a dare battaglia. Ma la location non è l’unico tassello che è cambiato rispetto alle scorse edizioni. Il primo impatto è notevole: stop allo sfarzo di palchi ad alto impatto scenografico e via libera a palchi più piccoli e spartani, la cui vicinanza provoca un’interazione tra i sound che può confondere l’orecchio. Il tratto distintivo del Village 2018 sembra proprio il carattere intimo e familiare, con il terreno brullo e i tavoli da ping pong che lo fanno apparire più come una festa di paese che come una rassegna che ospita dj internazionali. Rigida la selezione all’ingresso, volta a preservare l’ambiente e ad evitare che facinorosi e ‘coatti’ prendano il sopravvento come accaduto nelle edizioni precedenti. Rimarrà deluso chi decide di andare per ascoltare la musica, con un volume basso e troppo a ridosso con quella dell’altro palco. Piacerà a chi cerca un ambiente familiare e disordinato in cui ascoltare musica e dibattiti nel centro di Roma.

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