Difficile spiegare a un romano che parcheggia liberamente in strada da 40 anni che il suo posteggio non è un diritto. Com’è difficile che la politica, sempre attenta al consenso, renda oneroso il parcheggio a migliaia di romani che fino ad oggi hanno pagato poco (o nulla) per il proprio posto auto. Ma la questione c’è ed è stata rilanciata qualche giorno fa dal profilo Twitter del GRAB, il progetto del Grande Raccordo Anulare di Roma per le biciclette.
Se acquistare un garage può costare anche 150mila euro e affittare un posto auto 5mila euro all’anno, com’è possibile che il posto auto per i residenti sia o gratuito o a costi ridottissimi? Si chiedono i promotori del progetto GRAB.
Il tema, come detto, è importante, spinoso e implica una riflessione a 360° sulla mobilità capitolina. Togliere le auto dalle strade significa convincere i romani a rivedere le proprie abitudini e ad affidarsi a mezzi diversi – scooter, biciclette, mezzi pubblici – lasciando l’uso delle automobili a chi ne ha davvero bisogno. Né si possono costringere migliaia di cittadini ad acquistare un box o a mettere il proprio mezzo in garage: in molti non se lo potrebbero permettere e ‘nascondere’ le auto parcheggiate in strada non risolverebbe il problema del traffico cittadino. Quindi la provocazione del GRAB è condivisibile ma va accompagnata a un dibattito complessivo sulla mobilità capitolina. Con gradualità, comunicazione alla cittadinanza ed evitando strappi che potrebbero rende incomprensibili certe battaglie.