Entro fine anno arriveranno le linee guida del nuovo Piano di gestione dei rifiuti della Regione Lazio. Lo ha detto ieri l’assessore ai Rifiuti, Massimiliano Valeriani.
“Le linee guida verranno approvate entro il 31/12 di quest’anno, mentre nei primi mesi del 2019 verrà completata la redazione della pianificazione regionale e verrà avviata la procedura di impatto di Vas che non può durare meno di sei mesi”, ha assicurato Valeriani, intervenendo in Consiglio regionale.
“Terminato questo passaggio della VAS, in cui sarà possibile ascoltare cittadini, opinion maker, territori, amministratori e tutti coloro che dovranno essere consultati – ha aggiunto – il Piano arriverà in Commissione per le eventuali osservazioni e gli emendamenti, prima di approdare in Consiglio, un iter che dovrebbe concludersi, auspico, entro il 2019. Dal giorno successivo all’insediamento, abbiamo lavorato alla revisione del Piano – ha detto ancora Valeriani – con l’aggiornamento dei dati sulla produzione in ambito provinciale e sul fabbisogno impiantistico”.
“Nell’attuale organizzazione del ciclo dei rifiuti in Italia e in Europa, l’apporto dei termovalorizzatori resta indubbiamente ancora insostituibile. Negare questa esigenza sarebbe sciocco. È anche vero, però, che proprio l’Ue sostiene il superamento della termovalorizzazione, a tal punto da stabilire che entro il 2030 gli impianti saranno posti in decommission, ossia non se ne potranno più costruire, mentre quelli esistenti dovranno pianificare la loro durata residua”.
In questo senso, ha detto dunque l’assessore Valeriani “la Giunta ha deciso la dismissione del termovalorizzatore di Colleferro, assegnando a Lazio Ambiente la progettazione di un nuovo presidio industriale, in cui sarà possibile eseguire processi di lavorazione per estrarre risorse dai rifiuti in uscita dai TMB. Il progetto diverrà il fulcro del Piano industriale di Lazio Ambiente, che potrà così essere ceduta dalla Regione e messa con successo sul mercato, come prevede la legge Madia. Obiettivi strategici per la cessione di queste azioni detenute dalla Regione Lazio saranno la salvaguardia dei livelli occupazionali, l’equilibrio economico-finanziario, la protezione del know-how e degli asset industriali”.
L’assessore si è soffermato sul ruolo fondamentale della Capitale per permettere un’ottimale pianificazione del Piano. Roma, ha detto, “produce il 60% dei rifiuti urbani dell’intera regione e nel suo territorio risiede oltre il 50% della popolazione del Lazio. La Regione non può prescindere dunque dal pianificare il ciclo senza tener conto soprattutto di quelli prodotti nella capitale del Paese: chi lo teorizza si illude, oltre a non essere giusto”.
Ha quindi ricordato i recenti problemi della città nella gestione dei rifiuti. “Attraverso Ama è stato richiesto costantemente alla Regione un aiuto per superare le notevoli criticità emerse. Un sostegno che noi non abbiamo mai fatto mancare” però “non possiamo sottacere la preoccupazione per la forte sofferenza della raccolta differenziata nella Capitale”.
Un dato allarmate secondo Valeriani è quello relativo alla raccolta indifferenziata. “In soli due anni – ha detto ancora citando dei dati – i rifiuti indifferenziati di Roma sono cresciuti di oltre il 10% l’anno. Aumento che appare inspiegabile se non con una riduzione dei flussi di raccolta differenziata. La pianificazione regionale dipende da ciò che accade a Roma. È fondamentale sapere con certezza se Roma conferma tutte le sue stime previsionali, e dunque, se si raggiungerà, come più volte annunciato e ribadito, il 70% di differenziata nel 2021, riducendo i rifiuti indifferenziati a sole 450 mila tonnellate l’anno anziché a un milione come oggi. Non è una questione politica – ha sottolineato – ma aritmetica. Non può essere sostenibile per nessuno il fatto che il Comune più popoloso e territorialmente più vasto che produce la maggior parte dei rifiuti e non voglia affrontare questo tema, prendersi delle responsabilità. Ciascuno deve concorrere per la propria parte, altrimenti si innesca un meccanismo di chiusure municipalistiche e delle serrate che impediscono una corretta e sostenibile gestione del ciclo dei rifiuti”, ha concluso Valeriani.
Valeriani ha poi ricordato che il coordinamento con il ministero dell’Ambiente ha permesso di individuare competenze e responsabilità delle varie istituzioni coinvolte nella redazione del Piano. Ricordando do aver ribadito in più occasioni la necessità che fosse la Città Metropolitana a indicare “le aree idonee e non idonee alla realizzazione degli impianti di gestione dei rifiuti nel territorio della provincia di Roma”.
Ha quindi aggiunto che la Regione sta lavorando da mesi alla revisione del Piano “ma senza quel passaggio che noi chiediamo e abbiamo con determinazione richiesto anche al tavolo ministeriale, si rischia non un vizio formale ma di sostanza”. L’auspicio per l’assessore regionale è che da ministero arrivi “piena collaborazione” per trovare “le soluzioni più adeguate per la gestione del ciclo dei rifiuti a Roma e nel Lazio”.