È allarme raccolta rifiuti nella Capitale dopo l’incendio di ieri pomeriggio al Tmb2 di Malagrotta. Secondo Stefano Vignaroli, presidente della commissione parlamentare Ecomafie, “il problema per Roma è che il Tmb2 sarà inagibile per un lungo tempo e gestisce più di un quarto dei rifiuti della capitale”. Mentre il Tmb1 – ha spiegato Vignaroli – “non è stato toccato” dall’incendio “e stiamo parlando con Arpa per stabilire le condizioni di sicurezza dei lavori che dovranno intervenire per riadattarlo”.
Rispetto alle cause dell’incendio. Vignaroli ha detto che è “prematuro dire se il problema sia riconducibile ad aspetti criminali. Le indagini le fa la procura – ha aggiunto -. Quando succedono queste cose è difficile risalire alle cause. Ha preso fuoco il rigassificatore mai entrato in funzione. Probabilmente l’incendio è nato lì e si è propagato -. Quella di Malagrotta è un’area complessa – ha concluso- non solo per la discarica ma per la presenza della raffineria, degli impianti Ama che creano problemi ai residenti”.
Resta il tema della raccolta dei rifiuti che, come prevedibile subirà un rallentamento. A questo proposito il presidente della Regione, Nicola Zingaretti, ha fatto sapere che “la partita per trovare sbocchi alternativi per collocare i rifiuti è già aperta da stanotte”.
A rilanciare l’allarme raccolta sono anche i consiglieri capitolini Daniele Diaco (M5S) e Antonio De Santis (Civica Raggi). I due esponenti dei Cinque Stelle ricordano che – “come fu per gli incendi al Tmb Salario e a quello di Rocca Cencia – il rogo al Tmb di Malagrotta (anche questo probabilmente di origine dolosa) rischia di mettere in ginocchio la raccolta dei rifiuti a Roma”
“Quando divamparono le fiamme nel Tmb Salario a dicembre 2018, fu tutta una gara a chi scagliava per primo la pietra contro l’allora amministrazione Raggi: dandoci degli inetti, degli incapaci. Purtroppo oggi la storia si ripete: ma noi non faremo come loro, noi non getteremo la croce sull’attuale amministrazione, anzi ci rendiamo disponibili a cooperare per superare quanto prima l’emergenza. L’unica questione che ci sta a cuore è ora quella del ripristino dello stato dei luoghi, della salubrità della zona e soprattutto ci interessa capire come verrà ottimizzato lo sbocco della raccolta: sono proprio situazioni come queste che ci fanno capire quanto sia dannoso e pericoloso per la salute della cittadinanza costruire su un territorio già così vessato, quale è quello del XIII Municipio, il biodigestore anaerobico di Casal Selce. Servono soluzioni sostenibili e di buon senso, e servono subito: la giunta Gualtieri sul versante rifiuti non sta facendo proprio nulla nonostante abbiamo lasciato un piano industriale approvato e già finanziato con 340 milioni di euro, e la situazione per la Capitale non si sta mettendo affatto bene”.