Incendio Malagrotta: la rabbia dei residenti, “non esiste un piano di evacuazione, non sapevamo cosa fare”

È allarme diossina: a rischio i terreni agricoli nelle vicinanze. Intanto sono partire le verifiche della magistratura per capire se si è trattato di un evento doloso o colposo

L'incendio al tmb di Malagrotta

Una colonna di fumo nero e aria irrespirabile. Si presenta ancora così stamattina, arrivando dalla via Aurelia, la zona di Malagrotta a Roma. Ieri pomeriggio è andato a fuoco il Tmb gestito dalla Giovi di Manlio Cerroni. Su tutta l’area, per quarant’anni funestata dai miasmi della discarica più grande d’Europa, si è abbattuta una nuova emergenza ambientale.

“Alle 17:45 si è visto il fumo levarsi, ma solo verso le 19 abbiamo capito che la cosa era grave”. Lo dichiarano, ad Agenzia Nova, una madre e i suoi due figli che abitano a circa 400 metri dai cancelli della discarica di Malagrotta che da ieri sera brucia. “Siamo abituati al cattivo odore, ma ieri sera l’aria era irrespirabile anche con le finestre chiuse. Abbiamo avuto anche paura, ma se avessimo dovuto scappare lo avremmo dovuto fare d’iniziativa. Qui non c’è mai stato un piano di emergenza o evacuazione e non sapevamo cosa fare”.

“A bruciare sono i rifiuti e gli impianti del Tmb2 contenuti in due capannoni industriali, uno da 20 mila metri quadrati, e un secondo da 10 mila metri quadri. Le strutture non sono collassate. Le fiamme sono state messe sotto controllo e confinate già ieri sera, quindi non possono estendersi. Resta un importante e lungo lavoro di bonifica da fare. L’incendio è ancora attivo e produce ancora molto fumo, anche se molto meno rispetto a ieri. Il consiglio è restare a casa con le finestre chiuse”.

È emergenza ambientale

Nella prima comunicazione, diramata nella tarda serata, il Campidoglio già aveva invitato i residenti a tenere chiuse le finestre e a non utilizzare i condizionatori. Gli uffici del consiglio regionale del Lazio hanno annunciato la chiusura per la giornata di oggi a causa di “emergenza ambientale”. È stata firmata nella notte l’ordinanza sindacale che dispone la chiusura delle scuole dell’infanzia e degli asili nido nel raggio di sei chilometri: la decisione è stata presa a termine di una riunione notturna che ha visto coinvolti il dipartimento Ambiente, la Protezione civile, i presidenti dei Municipi XI, XIII e XII (in cui ricade amministrativamente il Tmb). Il provvedimento, spiegano dal Campidoglio, sono precauzionali e hanno la durata di 48 ore.

La preoccupazione tra i residenti, però, si sta diffondendo in tutte le zone limitrofe. Stamattina – soprattutto rappresentanti di associazioni e comitati di quartiere che si battono per la tutela ambientale del quadrante – sono rimasti a sorvegliare la situazione tutta la notte, a turno.

“No al biodigestore di Casal Selce”

“Combattiamo per ridare dignità a questo territorio, dopo aver ospitato la discarica, che ancora ospitiamo. Qui vicino ci sono pascoli, orti e allevamenti. È un disastro ambientale preannunciato e che non ci aspettavamo così catastrofico”, ha spiegato Emanuela D’Antoni del comitato Valle Galeria Libera. Alle 6:30 del mattino gli operai si sono regolarmente presentati a lavoro, ma sono stati rimandati a casa. In mattinata residenti e associazioni hanno previsto un raduno davanti al cancello d’ingresso che porta al Tmb e che è presidiato dalla polizia locale. La speranza è quella di un nuovo confronto con le istituzioni.

“Ancora si permettono di proporre il biodigestore di Casal Selce qua vicino”, ha detto stamane un residente. Fino alle due del mattino l’assessora capitolina all’ambiente, Sabrina Alfonsi, è stata sul posto per verificare la situazione. Alcuni, residenti ed esponenti delle opposizioni di centrodestra del Municipio XIII, le hanno chiesto a più riprese di rivedere l’intenzione di realizzare un impianto di biodigestione nella limitrofa Casal Selce. Intanto oltre a dover gestire l’emergenza ambientale, con la nube tossica che si diffonde e ha raggiunto nella notte anche Fiumicino, si affaccia il problema della collocazione dei rifiuti. L’impianto di Cerroni smaltisce 900 tonnellate al giorno di scarti romani. Negli ultimi giorni aveva iniziato ad accogliere un ulteriore carico per far fronte alla chiusura – dall’8 al 18 giugno – del Tmb di Aprilia, in provincia di Latina, per manutenzione. Il Campidoglio è alla ricerca di nuovi sbocchi: il punto oggi nella cabina di regia sui rifiuti che si riunisce quotidianamente.

Allarme diossine: a rischio la produzione agricola

“Se le diossine che si sono generate dall’incendio si depositeranno sul territorio circostante potrebbero mettere in ginocchio un’economia agricola in piena produzione in particolare nelle zone di Maccarese, Ostia e Fiumicino”. A dirlo è Flavio Pezzoli, presidente dell’ordine degli Agronomi e Forestali di Roma e Provincia (Odaf Roma e provincia).

“Occorre agire subito – aggiunge Pezzoli – per questo ci rendiamo da subito disponibili ed operativi per coordinare azioni di monitoraggio di colture e foraggio. C’è un patrimonio zootecnico da preservare e daremo indicazioni a breve anche per le orticole. Proprio in questi giorni inizierà la trebbiatura del grano. Non c’è un minuto da perdere”.

Intanto verrà trasmessa oggi in procura una prima informativa sul vasto incendio che ha colpito alcuni capannoni della discarica di Malagrotta. Alla luce dell’incartamento che le forze dell’ordine intervenute invieranno a piazzale Clodio verrà formalmente aperto un fascicolo di indagine. Verifiche verranno affidate per capire se si è trattato di un evento doloso o colposo.

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