Incendio ospedale Tivoli: lutto cittadino anche a Guidonia, dove vivevano due delle tre vittime

Nel pomeriggio si sono svolte nell'obitorio del Verano le autopsie sulle salme delle tre pazienti morti nel devastante incendio che, nella notte tra venerdì e sabato, ha reso inagibile l'ospedale San Giovanni Evangelista

Pareti annerite dal rogo, cumuli di rifiuti accatastati e un'intera area delimitata e chiusa. Si presenta così l'ospedale di Tivoli dopo il rogo che tra venerdì e sabato ha causato la morte di tre persone.

Domani sarà il giorno del lutto cittadino a Tivoli e Guidonia, dove risiedevano due delle tre vittime morte nell’incendio dell’ospedale San Giovanni Evangelista.

Nel pomeriggio si sono svolte nell’obitorio del Verano le autopsie sulle salme delle tre pazienti morti nel devastante incendio che, nella notte tra venerdì e sabato, ha reso inagibile l’ospedale. Il medico legale dovrà accertare se le tre vittime – Pierina Di Giacomo, Giuseppina Virginia Facca e Romeo Sanna, tutti ultra 80enni e pazienti del nosocomio – siano state uccise dalle esalazioni di monossido, e quindi siano morte a causa dell’incendio. Il rogo si è sviluppato a partire dalle 23:00 nella parte retrostante del nosocomio, nella zona del pronto soccorso che dà su viale Roma, dove erano accumulati rifiuti ospedalieri e di altro tipo.

Il rogo si è poi propagato, oltre che al pronto soccorso, anche al laboratorio analisi, invadendo l’intera struttura ospedaliera con il fumo. I rifiuti “erano in un doppio punto di raccolta e dovevano essere chiusi in un gabbiotto o container”, ha spiegato Giorgio Santonocito, direttore generale della Asl Roma 5. “Bisognerà accertare, lo farà la magistratura, se il container fosse chiuso o se i rifiuti fossero debordanti, e anche perché non sono stati ritirati dalle ditte”, ha aggiunto. Santonocito ha anche detto di aver disposto “una indagine disciplinare interna ma ovviamente c’è una indagine della procura e dei vigili del fuoco. Verificheremo il perché, se ci sono stati rifiuti al posto sbagliato, come parrebbe essere stato e perché sia accaduto. Ovviamente c’è un rimpallo delle responsabilità. Valuterà la magistratura e noi aspettiamo”.

Indagine per omicidio plurimo

La procura di Tivoli che indaga per omicidio plurimo colposo e incendio colposo, al momento contro ignoti, resta blindata. Il procuratore Francesco Menditto che coordina le indagini ha incontrato, gli operatori di polizia, carabinieri e vigili del fuoco che hanno operato nella notte tra venerdì e sabato, nello spegnimento dell’incendio e nel salvataggio delle persone ricoverate. Alle 12 circa è uscita una intera squadra di vigili del fuoco. “Non possiamo rilasciare dichiarazioni”, ha detto Biancamaria Cristini, comandante vicario dei vigili del fuoco di Roma. “Tutto è al vaglio della procura. Stiamo facendo tutti gli accertamenti che si fanno in questi casi. Stiamo cercando di capire – ha detto la dirigente – quali sono le possibili cause”.

Senza ospedale c’è solo primo soccorso

Intanto a mezzogiorno, il sindaco di Tivoli ha proclamato per domani il lutto cittadino. Stesso provvedimento è stato preso a Guidonia Montecelio dove risiedevano due delle tre vittime. Ma se si attendono sviluppi investigativi su eventuali responsabilità dell’accaduto, è evidente la preoccupazione per il futuro. L’ospedale di Tivoli si è “spento” all’improvviso lasciando senza servizi un vasto territorio e non soltanto la cittadina. Dalle prime ore, si è attivato un cantiere per rendere agevole il passaggio di ambulanze fino alla palestra del liceo delle scienze a 200 metri dall’ospedale. La struttura sta per essere adattata a primo soccorso. “Si tratta – precisa Santonocito – di un primo soccorso e non di un pronto soccorso che ha bisogno di un ospedale alle spalle e, ahimè, il nostro ospedale è del tutto inagibile”. Quindi in tutta fretta è partito anche un cantiere per asfaltare la piazzola davanti alla quale arriveranno e partiranno le ambulanze per trasportare i pazienti in altri ospedali.

La situazione di grave emergenza, tuttavia, non potrà durare a lungo. Per questo, domani o comunque nei prossimi giorni “incontrerò il procuratore della Repubblica di Tivoli a cui chiederò di dissequestrare, non appena ultimate le opportune indagini, la parte dell’ospedale non interessata dall’incendio”, ha spiegato il sindaco di Tivoli Giuseppe Proietti.

“Buona parte dell’ospedale – ha detto il sindaco di Tivoli – non è stata interessata dall’incendio che ha intaccato il pronto soccorso, il laboratorio di analisi e la cabina elettrica. Chiederò di dissequestrare gli altri locali”. A proposito delle immondizie che hanno alimentato le fiamme il sindaco ha osservato che “i rifiuti urbani venivano ritirati anche più volte al giorno dall’azienda che gestisce il servizio per il comune. Ad occuparsi di quelli ospedalieri era un’altra azienda specializzata”.

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