Kenya: da pm Roma rogatoria su sequestro Silvia Romano

Si tenta di acquisire atti dell'inchiesta delle autorità locali

Si sta trasformando in una sorta di corsa ad ostacoli il tentativo di arrivare a chi, il 20 novembre scorso, ha rapito Silvia Romano, la volontaria milanese di 23 anni mentre si trovava nel villaggio di Chakama in Kenya.

I magistrati della Procura di Roma non hanno ancora ricevuto alcun segnale dalle autorità kenyote a cui, nei giorni scorsi, hanno trasmesso una rogatoria internazionale per cercare di stabilire una collaborazione tra forze inquirenti. Stesse difficoltà che si stanno riscontrando nel tentativo di inviare un team di investigatori a Nairobi: la richiesta trasmessa via Interpol al momento non ha ricevuto alcun tipo di risposta. Di fatto ci troviamo in una fase di stallo e dalle autorità kenyote non arriva alcun tipo di segnale. Sulla sorte della giovane volontaria, che si trovava in Kenya per svolgere attività di sostegno all’infanzia per la onlus “Africa Milele”, al momento non c’è alcun tipo di notizia. Il fascicolo di indagine avviato a piazzale Clodio resta rubricato con il reato di sequestro di persona con finalità di terrorismo.

Nella rogatoria gli inquirenti chiedono agli omologhi kenyoti di potere condividere, anche sul piano della cortesia internazionale poiché mancano trattati di cooperazione tra i due Paesi, gli elementi di indagine acquisiti dalla magistratura locale e in particolare le testimonianze e l’attività istruttoria svolta per risalire agli autori del rapimento. A piazzale Clodio si fa notare che la scelta della Procura e Ros di inviare un team di inquirenti “è segno di particolare attenzione poiché fatta solo in casi particolari”. Le ultime notizie sulle indagini della polizia kenyota risalgono al dicembre scorso quando furono fatti degli arresti: in particolare l’11 dicembre è stato catturato a Bengali, Ibrahim Adan Omar trovato con un kalashnikov dello stesso modello utilizzato nel blitz a Chakama compiuto con altre due persone, Yusuf Kuno Ada e Said Adan Abdi, che restano al momento ricercati. Il giorno di Natale la polizia regionale ha affermato che la ragazza si trovava ancora in territorio kenyota ed escludeva un suo trasferimento nella vicina Somalia o comunque fuori dai confini del Paese. Gli inquirenti locali hanno escluso l’ipotesi che Silvia fosse stata venduta dai suoi rapitori ai terroristi islamici di al-Shabaab. Notizie che, però, risalgono a tre mesi, prima che sul rapimento della giovane volontaria calasse un silenzio allarmante e che gli inquirenti italiani stanno faticosamente cercando di interrompere.

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