La battaglia di Maria: a 82 anni in sciopero della fame per i diritti della figlia con disabilità

Maria Cidoni è la madre di Barbara, che la prossima settimana di anni ne compirà 55: 50 passati al Centro di Educazione Motoria di via Ramazzini, a Roma. Il Cem è gestito dall'associazione della Croce Rossa Italiana-Comitato Area Metropolitana di Roma Capitale: si tratta di una struttura sanitaria di riabilitazione per l'assistenza di pazienti affetti da gravi e gravissime patologie neuromotorie. Maria denuncia: "Manca l'assistenza"

Ha 82 anni, è la mamma di Barbara, che la prossima settimana di anni ne compirà 55: 50 passati al Centro di Educazione Motoria di via Ramazzini, a Roma. Il Cem è gestito dall’associazione della Croce Rossa Italiana-Comitato Area Metropolitana di Roma Capitale: si tratta di una struttura sanitaria di riabilitazione per l’assistenza di pazienti affetti da gravi e gravissime patologie neuromotorie.

“Sin dalla sua fondazione, avvenuta nel 1956, il Cem è sempre stato e continua ad essere gestito dalla Croce Rossa, sulla base del budget assegnato, per ciascun anno, dalla Regione Lazio”, spiegava nel 2020 la sottosegretaria alla Salute Sandra Zampa nel corso di un’interrogazione parlamentare. Da anni i famigliari di queste persone – per lo più, ormai, sorelle e fratelli, ma anche genitori molto anziani come appunto Maria Cidoni – lamentano le carenze nell’assistenza dei loro figli e figlie, fratelli e sorelle.

“A marzo ci hanno convocato dalla Croce Rossa dicendo che sono in deficit, che non ce la fanno e che il direttore amministrativo doveva togliere 13 unità per i ragazzi del Cem”, spiega Cidoni. “La Asl Roma 3 ci ha a sua volta detto di parlare con la Croce Rossa: è uno scaricabarile continuo. La goccia che ha fatto traboccare il vaso per me, che da oggi sono in sciopero della fame, è stata questa: i ragazzi e le ragazze sono stati in quarantena per Covid con un solo operatore. Come fa un solo operatore a lavarli, farli alzare, gestirli in tutto e per tutto visto che non sono autosufficienti?”.

Per legge di operatori “ne servono almeno due”, continua Anna Ribaldi, che al Cem ha un fratello, Giorgio: anche lui è qui da 50 anni. “Sono stati a letto per due settimane. Quando qualche giorno fa sono venuta l’ho trovato con la barba incolta e fermo a letto. Non lo accettiamo”. A via Ramazzini si è tenuta una riunione in proposito e la direttrice generale della Asl Roma 3, Francesca Milito, ha chiamato Cidoni, che assicura che andrà avanti nel suo sciopero della fame fino a che non vedrà, spiega, un numero congruo di assistenti per Barbara e per gli altri ragazzi. Milito ha preso l’impegno di provare a risolvere la situazione entro metà maggio.

“Concordo per la necessità che al Cem vengano implementate le risorse. Siamo dalla stessa parte”, ha detto Milito. “Abbiamo accreditato nel tempo questa struttura per questi pazienti che hanno bisogno di un’assistenza particolare e dedicata. Le assenze non possono gravare su di loro. Cri deve sostituire immediatamente le persone eventualmente assenti e stiamo verificando il minutaggio di assistenza ai pazienti perché devono esserci standard adeguati per tutti. Stavamo già affrontando il problema, ci sono stati incontri con la regione per capire il posizionamento corretto delle risorse nel Cem”. Lo stesso assessorato alla Salute della Regione Lazio rimanda all’operato della Asl e alla presa in carico da parte della direttrice generale. “Voglio che questa questione venga risolta, se la Croce Rossa non ci mette le risorse allora c’è un problema di accreditamento che deve essere affrontato”, dice ancora Milito.

“Ci sono responsabilità di tutti, ma se io creo una struttura e questa struttura ha un riconoscimento da parte della regione per tramite della Asl, la struttura deve poi vive autonomamente. Dobbiamo quindi accertarci che quello che la struttura si è impegnata a fare lo faccia. Alla Croce Rossa abbiamo già mandato una diffida per ripristinare le corrette risorse”. La Croce Rossa, interpellata, non rilascia dichiarazioni. (di Angela Gennaro per Ansa)

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