Gli animalisti plaudono alla proposta del Campidoglio di sterilizzare i topi per combattere l’invasione in città ma per residenti e commercianti il tema è un altro. «Se ci sono i topi significa che la città è sporca» chiosa David Sermoneta di Confcommercio sul Corriere della Sera. «Il tema dei rifiuti abbandonati è la causa dell’invasione dei ratti, bisogna investire sulle pulizie». La proposta di sterilizzare i topi è giunta dal responsabile del «benessere animale» dell’assessorato all’Ambiente capitolino, Edgar Meyer, dopo la corsa di Ama ad effettuare derattizzazioni in zona Castel Sant’Angelo, sollecitata dai residenti esasperati dalle scorrerie dei roditori. Non sono mancate le polemiche.
«Dobbiamo trovare alternative non cruente per contenere la popolazione dei topi a Roma — è la proposta rivelata da Meyer al Corriere —. Penso a un bando per concorso di idee destinato alle università e ai centri di ricerca per individuare prodotti sterilizzanti da ingerire». L’idea da sottoporre all’assessora all’Ambiente Pinuccia Montanari è piaciuta a moltissimi animalisti. «Rappresenta un punto di svolta nella tutela di ogni forma di vita» è il commento dell’associazione Animalisti Italiani Onlus. «I topi fino ad oggi sono stati uccisi in modo atroce con l’uso di veleni ed esche, che una volta ingeriti provocano emorragie interne e una lunga agonia». I ratti avvelenati con le pasticche muoiono ovunque: in strada, nelle cantine, nelle tane. «Una volta avvelenati possono essere mangiati da gazze, gabbiani, gatti e altri animali causando avvelenamento…» aggiunge Valentina Coppola, presidente di Earth Italia, che si occupa anche della difesa giuridica dei topi, denunciando maltrattamenti e violenze.
«Il veleno inoltre è inefficace — continua Coppola— perché riduce il numero temporaneamente, poi i topi si ripopolano molto velocemente. Le derattizzazioni vanno fatte in maniera continuativa, altrimenti dopo tre mesi ho di nuovo lo stesso numero di roditori in circolazione». E se la sterilizzazione è un’innovazione che se adottata dal Campidoglio potrebbe essere recepita dal ministero dell’Ambiente, l’esperimento con ormoni nel cibo che bloccano la riproduzione crea anche allarmi.
«Come si dovrebbe effettuare? Lasciando le pasticche sulla strada? — chiede Viviana di Capua dell’associazione residenti del Centro Storico —. In questo caso il rischio è che le sostanze nei cibi per topi vengano casualmente ingerite da animali domestici e bambini». Le pasticche colorate per uccidere i ratti lasciate in terra, in zona Castel Sant’Angelo e altrove a Prati, hanno infatti già scatenato proteste nei giorni scorsi nonostante le rassicurazioni di Ama sulla non pericolosità