Lacrime e delusione, da Budapest a Roma, per la gara di Europa League. I rigori si sono rivelati ancora una volta fatali per i giallorossi che hanno perso la finale contro il Siviglia alla Puksas Arena di Budapest. Dal dischetto sono stati decisivi gli errori di Mancini e Ibanez che hanno permesso al Siviglia di battere 5 a 2 la Roma, conquistando per la settima volta l’Europa League. Una Roma sfortunata che ha dato tutto in campo.


E’ la seconda volta che la squadra giallorossa perde una finale europea ai rigori, dopo la Coppa Campioni del 1984 contro il Liverpool. Inoltre è la seconda finale di Coppa Uefa/Europa League che la Roma perde dopo quella contro l’Inter nel 1991. Non sono bastati i 90 minuti regolamentari e i supplementari per assegnare la coppa. E’ stata la partita più lunga di sempre nella storia del calcio: 146 minuti. Il risultato si è sbloccato al 35′ grazie a una invenzione di Mancini che in verticale lancia Paulo Dybala che ha trovato il corridoio centrale per colpire e portare in vantaggio la Roma. Nella Capitale un boato di gioia e cori si è levato dalle case, dai bar e ristoranti che trasmettevano la partita, ma sopratutto dentro e fuori dallo stadio Olimpico dove in 50mila sono accorsi per seguire la gara trasmessa sui maxi schermi.
La squadra di Mourinho ha tenuto il risultato fino al 55′ del secondo tempo, quando è arrivato il pareggio del Siviglia. Una fortunata deviazione di Mancini, ha intercettato un cross di Navas dalla sinistra e, nel tentativo di anticipare Ocampos, lo devia nella propria porta. Ma l’avvio di secondo tempo non aveva visto una buona Roma, rispetto alla prima frazione di gioco con la squadra giallorossa che aveva creato diverse occasioni da goal. Una gara combattuta, con occasioni da entrambe le parti, soprattutto da parte della Roma che, però, non è riuscita a capitalizzare, anche se la squadra spagnola ha colpito un palo nel primo tempo. Una partita avvincente giocata tutta a ritmo elevato, frammentata solo dai falli in campo e da qualche incertezza arbitrale. Per Mourinho è la prima finale europea persa, con la Roma che non ce l’ha fatta a replicarsi in Europa dopo il trionfo in Conference nella scorsa stagione.
E al triplice fischio, silenzio, lacrime e delusione sono piombati sullo stadio Olimpico e sulla città. Un lungo applauso ha accompagnato la fine dei calci di rigore. Nell’impianto sono state accese le luci e i migliaia accorsi si sono avviati verso l’uscita. Fuori dallo stadio Olimpico in pochi istanti sono svaniti i cori e i tifosi hanno iniziato a sfilare sconsolati. Qualcuno si è fermato a commetare la partita, a borbottare contro gli avversari e a bere qualcosa nei bar della zona. Domani rientreranno nella Capitale i tanti che negli ultimi giorni sono volati a Budapest, o sono partiti in auto, per l’atteso appuntamento.