L’Asilo Savoia guarda all’altra metà del calcio

Presentato ieri il progetto contro gli stereotipi di genere che coinvolge 17 associazioni sportive dilettantistiche per i prossimi mesi

In televisione o sui campi di gioco, siamo ben lontani da una cultura del rispetto e della parità di genere, come dimostrano i talk show sportivi ma anche la semplice quotidianità negli ambienti sportivi. È per combattere questa mentalità, ormai sedimentata, che l’Ipab Asilo Savoia insieme al Dipartimento Pari Opportunità della Presidenza del Consiglio si sta impegnando nel progetto “L’altra metà del calcio”.

Il programma integrato di sensibilizzazione, informazione e comunicazione prevede di coinvolgere in modo pro-attivo, originale ed innovativo il settore del calcio dilettantistico giovanile e scolastico. È un impegno che aderisce particolarmente alla mission dell’Ipab, che pone al centro lo sport per prevenire le forme di disagio sociale, ad esempio attraverso la sua Società sportiva dilettantistica “SSD Audace Savoia – Talento & Tenacia”.

Come ci ha spiegato la delegata alle relazioni istituzionali, Elisabetta Maggini, tra i progetti avviati di recente vi è il recupero della polisportiva di Montespaccato, sequestrata dall’Amministrazione Giudiziaria al sodalizio criminale Gambacurtao e della palestra della legalità a Ostia sequestrata dal Tribunale ai clan. Grazie al progetto Talento & Tenacia più di seicento ragazzi possono continuare a usare le strutture sportive del proprio quartiere.

A presentare ieri mattina il progetto anti-sessismo nel Palazzo di Santa Chiara a Roma sono stati il Presidente dell’Asilo Savoia Massimiliano Monnanni, la Presidente del Telefono Rosa Gabriella Garnieri Moscatelli, il Direttore del Laboratorio di Ricerca Sociale della Link Campus University Nicola Ferrigni, sono intervenuti anche l’Assessore allo Sport del Comune di Roma Daniele Frongia e la Presidente del I Municipio Sabrina Alfonsi.

Il dibattito, moderato dal Direttore Editoriale di Gazzetta Regionale Nicola Cavaliere, ha illustrato le iniziative da qui a 18 mesi che coinvolgeranno 17 associazioni sportive dilettantistiche con la finalità di inserire, tra l’altro, la figura del diversity sport manager.

“La nostra azione va di pari passo con le istituzioni” – ha rilevato Monnanni ricordando l’apertura di una casa famiglia in un immobile confiscato alla malavita grazie alla sinergia con il II Municipio. “Quello con il Telefono Rosa è un fil rouge che prosegue da anni – ha ricordato – e va di pari passo con i legami stretti sia con la Regione Lazio che con il Comune di Roma. Solo coinvolgendo le amministrazioni possiamo sperare che i nostri semi si trasformino in presidi di successo e che durino ben oltre i 18 mesi previsti”.

La Presidente del Telefono Rosa, Moscatelli, ha ricordato i progetti a favore delle vittime di violenza di genere condotti con l’Ipab, che hanno portato tanta consapevolezza soprattutto tra i giovani: “Per superare la violenza e lo stereotipo contro le donne va superato il concetto di divisione tra sessi, che nello sport non ha più senso” – ha concluso Moscatelli.

Nicola Ferrigni, dal canto suo, ha presentato il master che la Link Campus University ha istituito proprio sugli stessi temi affrontati dall’Ipab e che mira a lavorare all’interno delle società sportive, puntando da una parte a un modulo didattico tradizionale in aula e dall’altro a un modulo fatto da “laboratori esperienziali” per promuovere anche una componente empatica di condivisione.

L’incontro si è infine concluso con la testimonianza della giovane allenatrice di calcio Marta di Matteo che ha raccontato le tante soddisfazioni ricevute sul campo dai suoi allievi e dai genitori, nonostante i pregiudizi che accompagnano la sua professione.

© StudioColosseo s.r.l. - studiocolosseo@pec.it
Il Sito è iscritto nel Registro della Stampa del Tribunale di Roma n.10/2014 del 13/02/2014