Mafia Capitale: difesa Buzzi, non è 416 bis ma malcostume

"un fenomeno talmente comune che pervade tutti. Se non e' Mafia da altre parti non lo e' nemmeno in questo caso"

“Mafia Capitale non e’ un processo per omicidi, ma di complesse procedure amministrative. Purtroppo fatte male. Che purtroppo si prestano ad abusi, ma che con la Mafia non ha nulla a che fare”. Cosi’, nel secondo giorno di udienza in Cassazione sul processo al Mondo di mezzo, l’avvocato Alessandro Diddi, difensore di Salvatore Buzzi, condannato in appello a 18 anni e 4 mesi. Non e’ Mafia, ma “il malcostume di questo Paese”, secondo il legale, per il quale e’ “un fenomeno talmente comune che pervade tutti. Se non e’ Mafia da altre parti non lo e’ nemmeno in questo caso”.

“Ci dobbiamo dare delle regole sul 416 bis – ha affermato, replicando davanti alla sesta sezione penale alle accuse mosse ieri dalla procura generale -. Molti di noi hanno sollecitato l’intervento delle Sezioni Unite: uno non si puo’ prendere 18 anni per una regola che non e’ chiara. Spiegare la Mafia non e’ facile quando ci si allontana dalla matrice sociologico-ambientale della legge del 1981 (la Rognoni-La Torre che ha introdotto il 416 bis). La giurisprudenza ha codificato la riserva della giurisprudenza, la Mafia silente, ma sono delle scorciatoie”.

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