Lorenzo D’Albergo e Giovanna Vitale per Repubblica Roma
Il malumore serpeggia nelle chat degli eletti grillini. Esplode nelle riunioni a porte chiuse in Campidoglio e in via del Tritone, sede del gruppo consiliare cinquestelle. E suona così: «Ora basta, così non si può andare avanti. Quando qualcuno di noi chiede appuntamento a un assessore, viene puntualmente rimbalzato». Tensioni e dissapori che secondo la maggior parte dei pentastellati non sono più tollerabili: serve un cambio di passo nei rapporti tra la maggioranza e la giunta capitanata da Virginia Raggi. Ed è per questo che da giorni gli alfieri della frangia malpancista si stanno spendendo per arrivare a un faccia a faccia con l’inquilina di Palazzo Senatorio.
«Arriverà prima della pausa estiva e i consiglieri diranno la loro pure sul futuro rimpasto», si mormora lungo i corridoi del Campidoglio. Le tribolazioni dei 28 grillini (la dissidente Cristina Grancio è ormai a tutti gli effetti fuori dal gruppo) dell’Assemblea capitolina hanno ormai raggiunto la soglia di allarme. Anche perché gli ultimi passaggi hanno solo aumentato il volume delle lamentele. Nell’ultima riunione di giunta, lo scorso venerdì, il vicesindaco Luca Bergamo ha fatto passare una delibera “fuorisacco” sul contratto di servizio del Palaexpò. Non tanto il contenuto, quanto le modalità hanno mandato in tilt le sinapsi degli eletti pentastellati. Poi, per lo stupore dei tanti che all’interno della ciurma 5S considerano troppo ingombrante il suo passato filo-dem, il numero due del Campidoglio ha pure incassato la fiducia dei deputati-tutor della prima cittadina Alfonso Bonafede e Riccardo Fraccaro: «Virginia Raggi ha il timone ben saldo in mano e Luca Bergamo è al suo fianco».
Insomma, secondo i big del Movimento, nel futuro rimpasto di giunta non è in dubbio la posizione del vicesindaco. È invece in uscita l’assessore alle Partecipate Massimo Colomban. Nei progetti formulati fino a questo momento in Comune, il suo posto dovrebbe spettare all’attuale delegata ai Trasporti Linda Meleo. Che a sua volta lascerebbe il posto a Enrico Stefano, consigliere giovane ma allo stesso tempo di lungo corso. Un pentastellato doc in una giunta di tecnici. Lui non conferma e non smentisce. Ma ripete: «Io l’ho detto più volte. Alla squadra di governo servirebbe un’impronta più politica». Un ragionamento condiviso dai colleghi, che nel vertice con la sindaca e con gli assessori non si fermeranno alla pedina Stefano. «Sarebbe un inizio — spiega un’eletta grillina — ma poi servirebbe comunque un altro segnale».
Traduzione: un altro fante a 5 Stelle nello scacchiere di Virginia Raggi. Una donna, per rispettare le quote rosa. Magari ai lavori pubblici. Il nome giusto potrebbe essere quello di Margherita Gatta. Movimentista doc, candidata per il M5S a Torino, ha superato la call bandita dal Campidoglio per poi doversi accontentare di un posto nello staff dell’assessore all’Urbanistica Luca Montuori. Basterebbe una promozione per mettere tutti d’accordo dalle parti di Palazzo Senatorio. Almeno per una volta.