Riconosciuta l’associazione mafiosa. La sentenza di secondo grado decisa dalla Terza Corte d’Appello di Roma, presieduta al giudice Claudio Tortora, nel processo al Mondo di Mezzo, svoltosi oggi nell’aula bunker di Rebibbia, ha quindi ribaltato la sentenza di primo grado del luglio 2017 dove era stata riconosciuta invece solo l’esistenza di due associazione a delinquere semplici, che avevano in Carminati e Buzzi i punti di riferimento.
Le sentenze. Tra i 43 imputati, l’ex terrorista Massimo Carminati al quale è stata riconosciuta l’associazione mafiosa ma ridotta la pena da 20 a 14 anni e 6 mesi. A Salvatore Buzzi la pena è passata da 19 a 18 anni e 4 mesi. A Brugia, invece, la pena è stata aumentata di 4 mesi: in primo grado era stato condannato a 11 anni. Coratti ha avuto 4 anni e 6 mesi, Figurelli 4 anni, Gramazio 8 anni e 8 mesi. Panzironi, al quale è stato riconosciuto solo il concorso esterno in associazione mafiosa, è stato condannato a 8 anni e 7 mesi: in primo grado aveva avuto 10 anni.
A luglio del 2017 i giudici di primo grado avevano escluso l’aggravante mafiosa per tutte le persone coinvolte dall’inchiesta, riconoscendo invece la corruzione e l’esistenza di due gruppi criminali. Per questo Massimo Carminati e Salvatore Buzzi erano stati condannati a 20 e 19 anni di reclusione in una sentenza che ha riguardato altre 44 persone, tra cui politici e uomini dell’amministrazione. Una sentenza storica in cui sono state inflitte pene pesanti proprio per gli episodi di corruzione con condanne, in alcuni casi, superiori alle richieste della Procura.
“Questa sentenza conferma la gravita’ di come il sodalizio tra imprenditoria criminale e una parte della politica corrotta abbia devastato Roma. Conferma, qualora ce ne fosse ancora bisogno, che bisogna tenere la barra dritta sulla legalita’. E’ quello che stiamo facendo e continueremo a fare per questa citta’ e i cittadini”. Così la sindaca di Roma Virginia Raggi presente in Aula.