Monterotondo, Gdf e Cc sequestrano beni per 6,5 milioni

nei confronti dei presunti appartenenti a due associazioni criminali

Guardia di finanza

Nuovo sequestro di beni da parte della Guardia di Finanza e dei Carabinieri di Roma nei confronti dei presunti appartenenti a due associazioni criminali che operavano a Monterotondo: i militari hanno messo sotto sequestro dieci società per un valore di circa 6,5 milioni. Beni che si vanno a sommare alle 4 imprese sequestrate lo scorso 5 luglio per un valore di circa 7,5 milioni.

Il provvedimento scaturisce dalle indagini dei Carabinieri e della Guardia di Finanza che hanno portato nel 2017 all’arresto di 23 persone ritenute appartenenti a due organizzazioni dedite all’estorsione, all’usura, al riciclaggio, al reimpiego di denaro e beni di provenienza illecita e al fraudolento trasferimento di beni e valori con l’aggravante del metodo mafioso, al vertice delle quali vi erano Gaetano Vitagliano, Andrea Scanzani e Giuseppe Cellamare (che nel frattempo è deceduto). Oltre ai destinatari della misura cautelare, nell’indagine erano indagati altre 26 persone tra cui un notaio, tre commercialisti e alcuni infedeli dipendenti di banca.

Per colpire i patrimoni accumulati dai capi dell’organizzazione la Procura di Roma aveva richiesto e ottenuto l’applicazione di una misura di prevenzione patrimoniale a carico dei tre riguardante beni per circa 280 milioni tra cui il bar “Mizzica!” di via Catanzaro e Piazza Acilia, il locale “Macao” di via del Gazometro e la catena di bar “Babylon Cafe”. Gli ulteriori approfondimenti sui gruppi societari riconducibili agli indagati, hanno consentito di indiduare la riconducibilità ai tre di altre 10 società attive nel settore della ristorazione e in quello dei giochi e delle scommesse, gestiti da una serie di prestanome.

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