Carlo Maurici, 35 anni, e Valentina Venditti, 34 anni, abitavano nella periferia della Capitale, nel quartiere Casilino. Non erano sposati ma da alcuni anni convivevano. Avevo deciso di trascorre le loro vacanze in Italia a bordo di un camper e l’ultima meta è stata proprio la Calabria.
Non erano appassionati di canyoning, ma semplici turisti – come tanti tra le vittime – che passando nel centro di Civita avevano acquistato dei biglietti dalla società “Raganello tour” per partecipare all’escursione pomeridiana e poter ammirare le gole lungo il torrente Raganello. Una gita che al massimo durava due ore e che li ha sorpresi nella parte più stretta del percorso, quello nei pressi del Ponte del Diavolo che non ha lasciato loro scampo. Una escursione facile a cui la coppia ha partecipato insieme ad un gruppo di dieci persone, 8 delle quali sono morte. Carlo Maurici e Valentina Venditti quando sono stati trovati ormai privi di vita, indossavano i caschetti e le mute che gli organizzatori dell’escursione avevano dato loro.
Per entrambi ad assistere al triste rito del riconoscimento dei corpi è stata Daniela, sorella di Valentina: è andata all’ospedale di Carigliano Calabro, dove ha riconosciuto Carlo e all’ospedale San Marco Argentano, dove c’era il corpo della sorella. Alle famiglie di Carlo Maurici e Valentina Venditti “i due giovani romani” ha espresso “vicinanza e cordoglio” il presidente della Regione Lazio Nicola Zingaretti. “Un sincero ringraziamento – ha aggiunto Zingaretti – va anche ai soccorritori per l’encomiabile lavoro che stanno svolgendo”.
“Profondo cordoglio” per la morte degli escursionisti travolti dalla piena del torrente Raganello è stata espressa in un tweet dalla sindaca di Roma Virginia Raggi. “Due giovani venivano da Roma. La città – ha sottolineato la sindaca – è vicina alle famiglie colpite da questa tragedia”.