Municipio Roma VI: patto con dipartimento giustizia minorile su adolescenza vulnerabile,

Il Protocollo prevede il coinvolgimento di minori e giovani adulti a rischio di esclusione e/o autori di reato, nella realizzazione di interventi di rigenerazione urbana

In vista del Giubileo il Dipartimento di Giustizia minorile e di Comunità, l’associazione Fonte di Ismaele e il Municipio Roma VI Le Torri hanno siglato un accordo di tutela dell’adolescenza vulnerabile siglando il protocollo d’intesa, “Il Patto per il Giubileo”. Hanno siglato l’accordo: Antonio Sangermano, capo Dipartimento per la Giustizia Minorile e di Comunità, Nicola Franco, presidente del Municipio Roma VI e Lucia Ercoli, presidente dell’associazione Fonte d’Ismaele.

Presente anche don Antonio Coluccia da sempre sensibile alle attività di prevenzione, soprattutto sui minori. Il Protocollo prevede il coinvolgimento di minori e giovani adulti a rischio di esclusione e/o autori di reato, nella realizzazione di interventi di rigenerazione urbana attraverso allestimenti trasfigurativi per la riqualificazione degli spazi pubblici della città di Roma, nelle zone centrali così come in zone periferiche.

L’Associazione Fonte di Ismaele con i Laboratori d’Arte ha, da tempo, orientato le proprie attività secondo criteri volti ad individuare concrete iniziative in grado di rafforzare ed incentivare pratiche di intervento sociale con minori sottoposti a provvedimenti dell’autorità giudiziaria. Nei Laboratori dell’associazione, sono presenti persone con percorsi di studio ed esperienze lavorative in ambito pedagogico e psicologico e con la marginalità e la fragilità, in grado di accogliere ed inserire nei laboratori minori autori di reato per percorsi di Messa alla Prova e lavori di Pubblica Utilità. Le attività dei laboratori sono finalizzate ad abbellire e riqualificare alcuni spazi urbani ubicati nei pressi delle stazioni della Metropolitana C di Roma (Torrenova, Torre Angela, Torre Gaia, Grotte Celoni), in vista dell’evento giubilare facendo del percorso della Metro C un itinerario di bellezza prodotta “in periferia” dai ragazzi autori di reato come forma concreta di giustizia riparativa e riconciliazione con la società civile.

La partecipazione dei minori a processi di rigenerazione urbana consentirà di Riconoscere i punti di passaggio urbani quali i sottopassi stradali/pedonali e le stazioni metro, come “porte civiche” ovvero come ingressi alla fruizione della città e dei suoi servizi nell’ordine della bellezza e del re-incanto urbano, quali parametri prospettici della vita comune. Tutto questo anche per valorizzare lo spazio e il tempo come coordinate di sviluppo della persona e delle sue relazioni, come risorse strutturali per ogni cambiamento trasformativo e per la tutela del bene prodotto. “Alla bruttezza della mafia e del malaffare – ha detto Antonio Sangermano – contrapponiamo la bellezza della forza, del coraggio, della fede e della legalità. Anche attraverso l’impegno dei ragazzi che si rialzano in piedi dopo il dolore. Questo protocollo è una prassi virtuosa perché la lotta alla mafia e alla criminalità non si ottiene solo con la necessaria repressione, ma anche con un attento lavoro in rete sul piano sociale”.

“Quello che presentiamo qui oggi – ha detto Nicola Franco – vuole essere un modello positivo per tutte le periferie della nostra città e delle grandi città italiane. Nel municipio di cui sono il presidente ci confrontiamo ogni giorno con la presenza di 14 clan legati alla malavita, ma nonostante questo so di potere contare su una rete per la legalità forte che coinvolge il mio amico don Coluccia, le Forze dell’Ordine, le Istituzioni e la Società Civile. Dobbiamo partire dai giovani per potere pensare ad un futuro sicuro, certo e stabile soprattutto per chi vive in periferia”.

“Questo è un protocollo – ha sottolineato Lucia Ercoli – che punta a salvare gli scartati quelli che hanno certamente sbagliato e che oggi non hanno un’alternativa valida per pensare ad un domani diverso. Noi da anni siamo impegnati su questa strada di vera speranza ed oggi si corona un sogno, che è quello di dare a questi giovani un segnale concreto per poter cambiare le loro vite”.

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