I cinghiali tornano in centro a Roma. Questa volta a Villa Pamphilj, il più grande parco della Capitale, frequentatissimo da turisti, famiglie e sportivi, a due passi dal Vaticano. Carabinieri e polizia municipale questa mattina hanno bloccato l’ingresso su via di San Pancrazio per permettere l’operazione di cattura di 11 esemplari, tre adulti e otto cuccioli. “Grazie allo straordinario lavoro delle forze impegnate nelle operazioni sono stati catturati otto cinghiali. Un intervento che ha come priorità la sicurezza delle persone e la riapertura della villa, complicato dalla presenza di alcuni attivisti che hanno cercato di ostacolare le operazioni”, spiega Lorenzo Marinone, consigliere del Partito Democratico di Roma Capitale.
Animalisti sono intervenuti contro forze dell’ordine per tentare di difendere gli ungulati presenti, ma polizia e polizia locale di Roma Capitale sono intervenute, all’altezza dell’entrata di via Leone XIII, identificando le cinque attiviste.
L’Organizzazione internazionale protezione animali (Oipa) ha chiesto l’accesso agli atti per essere informata nel dettaglio sulle procedure seguite e sul destino degli animali. Domenica, alla prima chiusura dei cancelli, il presidente del Municipio XII, Elio Tomassetti, ha fatto sapere che gli animali erano stati isolati per essere “portati altrove”.
L’organizzazione chiede se sia salva la vita degli animali e, in tal caso, dove saranno trasferiti. L’associazione torna a domandare alle istituzioni un’azione “di prevenzione e non di persecuzione” di una specie che si sta presentando nei centri abitati solo a causa di una scorretta gestione del territorio. Per arginare il fenomeno, suggerisce l’Oipa, la politica dovrebbe adottare azioni di prevenzione come “la pulizia, la corretta raccolta dei rifiuti, l’uso di dissuasori, fino alla sterilizzazione farmacologica, oggi allo studio del Ministero della Salute”, ribadisce il responsabile Fauna selvatica, Alessandro Piacenza.
Quanto agli esemplari che si vogliono “rimuovere” dall’abitato, “chiediamo che siano trasferiti in rifugi e santuari e non abbattuti, nel rispetto della loro vita e anche dell’articolo 9 della Costituzione che tutela anche gli animali”.
Gli abbattimenti “non sono la soluzione al problema della proliferazione dei cinghiali, ma la causa”, fa presente l’associazione. Lo attestano etologi, zoologi, naturalisti. Il problema della presenza dei cinghiali nei centri urbani è infatti dovuta a una scorretta raccolta dei rifiuti: dov’è attuata la raccolta porta a porta i cinghiali non si presentano negli abitati. A monte, c’è la politica dei “ripopolamenti” degli anni passati: “I cinghiali che popolano oggi l’Italia, più grandi e prolifici degli autoctoni, sono stati introdotti dai paesi dell’Est Europa – ricorda Piacenza – a uso e consumo dei cacciatori, cui ora si ricorre per risolvere un problema che loro stessi hanno determinato”.