Il governo Conte ha giurato al Quirinale, nelle mani del presidente della Repubblica Sergio Mattarella: è dunque nella pienezza dei poteri. Al termine del giuramento, Mattarella e Conte hanno lasciato il tavolo e hanno raggiunto i ministri, per la foto di rito.
Conte ha giurato per primo e ha firmato con la propria penna, che ha estratto dal taschino della giacca, e non utilizzando quella a disposizione sul tavolo. Conte, e come lui tutti i ministri, ha pronunciato la formula del giuramento, che è: “Giuro di essere fedele alla Repubblica, di osservarne lealmente la Costituzione e le leggi e di esercitare le mie funzioni nell’interesse esclusivo della Nazione”.
Il primo ministro a giurare è il ministro per i Rapporti con il Parlamento Federico D’Incà. A seguire stanno giurando tutti gli altri. Alfonso Bonafede, confermato titolare della Giustizia, giura da ministro con la mano sul cuore davanti al presidente della Repubblica.
LA DIRETTA DAL QUIRINALE
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“Faremo l’Autonomia, rispettando la Costituzione. Ci sono già punti di incontro con il presidente Conte”. Lo ha affermato il ministro per gli Affari regionali, Francesco Boccia, entrando al Quirinale per il giuramento. “E’ un giorno importante per il Paese e mi auguro che oggi – ha detto – si percepisca che c’è bisogno di una svolta per il nostro Paese”.
“Forti di un programma che guarda al futuro dedicheremo le nostre migliori energie, le nostre competenze, la nostra passione a rendere l’Italia migliore nell’interesse di tutti i cittadini”, spiega il presidente del Consiglio in pectore, soddisfatto per l’arrivo in pista del suo “esecutivo-bis”, questa volta targato M5s-Pd. “C’e’ una maggioranza parlamentare e si e’ formato un governo. La parola compete al Parlamento e al governo che nei prossimi giorni si presentera’ alle Camere per chiedere la fiducia e presentare il programma”, commenta il presidente della Repubblica Sergio Mattarella. Gli ultimi tasselli vengono definiti pochi minuti prima dello scioglimento della riserva, con la scelta del sottosegretario alla presidenza del Consiglio: entra così a Palazzo Chigi il pentastellato Riccardo Fraccaro nel ruolo ricoperto fino ad oggi dal leghista Giancarlo Giorgetti.
Il premier e i 21 ministri (14 uomini e 7 donne, 10 M5S, 9 Pd, 1 di Leu, un tecnico) giureranno al Quirinale, poi si terrà la prima riunione dell’esecutivo. Nei prossimi giorni verranno nominati tutti gli altri sottosegretari e i viceministri. Lunedì sarà votata la fiducia alla Camera, martedì al Senato. All’inizio della prossima settimana si potrà quindi dire definitivamente chiusa la crisi ferragostana aperta da Matteo Salvini. Leader della lega che attacca a testa bassa la nuova compagine: “Un governo nato tra Parigi e Berlino e dalla paura di mollare la poltrona, senza dignità e senza ideali, con persone sbagliate al posto sbagliato. Lavoriamo come e più di prima, non potranno scappare dal giudizio degli italiani troppo a lungo: siamo pronti, il tempo è galantuomo, alla fine vinceremo noi”.
Governo: con Conte 21 ministri, 10 M5s, 9 Pd, 1 Leu
Luigi Di Maio si prende il ministero degli Esteri e auspica “un governo coraggioso e ambizioso, in grado di portare avanti importanti provvedimenti per la crescita e lo sviluppo dell’Italia”. “C’è tanta voglia di fare e ripartiremo da dove ci siamo lasciati – afferma l’ex vicepremier M5S -, con il taglio di 345 parlamentari e un risparmio di circa mezzo miliardo da indirizzare a scuole, infrastrutture, ospedali”. Il nuovo partner di maggioranza, Nicola Zingaretti, parla di “un programma unico, di tutti, chiaro, e una squadra nuova”. Poi chiosa: “Il Governo è di forte cambiamento anche generazionale. “Ora è tempo di cambiare l’Italia”.
Cambia anche la geografia dei ministri, 11 vengono dal Sud, l’età media è sui 47 anni, il più giovane di sempre. Guida la classifica Di Maio con i suoi 33 anni. La più anziana è Luciana Lamorgese, al Viminale a 66 anni. Dall’opposizione Silvio Berlusconi ha detto chiaramente ai suoi nei giorni scorsi che si voterà contro. Ma esistono diverse anime nel mondo azzurro, dagli ‘aperturisti’ alla Carfagna, ai sovranisti e agli anti-sovranisti di matrice moderata che continuano a guardare ad un ruolo centrale di Fi nel centrodestra. Il grosso del partito – con le capogruppo di Camera e Senato Mariastella Gelmini e Anna Maria Bernini – è comunque contro questo governo.
“Dopo le politiche scellerate di Di Maio, i ministeri dello Sviluppo Economico e del Lavoro restano comunque al M5S – dice Gelmini. Cambiano i nomi, ma non la politica della decrescita felice. Ma il PD esattamente di quale ‘discontinuità’ parlava?”. Fratelli d’Italia invece si prepara alla piazza. “L’appuntamento è per lunedì 9 settembre alle ore 11” davanti a Montecitorio, il giorno della fiducia al Conte bis, ricorda la presidente Giorgia Meloni, che parla di “patto delle poltrone” e chiede “libere elezioni”. “Da un anno e mezzo – aggiunge – la destra vince tutte le elezioni ma oggi ci ritroviamo il governo più a sinistra della storia repubblicana. E la chiamano democrazia”. (Luca Laviola per Ansa)