Ncc in piazza contro decreto che “cancellerà intera categoria”

La norma contestata obbliga i noleggi con conducente a tornare in sede dopo ogni servizio effettuato

La manifestazione degli Ncc

Noleggiatori con conducente: oggi il sit-in a Roma, in piazza Santi Apostoli, “per chiedere la riforma del settore e scongiurare l’entrata in vigore di un decreto che di fatto cancellerà un’intera categoria: 80mila imprese, 200mila addetti”. Lo rende noto Conftrasporto-Confcommercio.

“Dopo dieci anni di proroghe, infatti, il governo in carica sembra voler far scattare il decreto che gli Ncc (i noleggiatori con conducente) ritengono una ‘bestialità’ – si legge nel comunicato – La norma in questione è quella prevista dall’articolo 29,1 quater, che proibisce a un noleggiatore che effettua un servizio dalla propria sede (diciamo Milano) di caricare in fase di rientro un proprio cliente che lo ha prenotato per tempo. In sintesi, se il servizio di andata ha come punto di arrivo Roma e il secondo cliente, che lo aveva prenotato, si trova a Firenze, il noleggiatore dovrà rientrare nella propria sede di Milano per poi ripartire, recarsi a Firenze ed effettuare il servizio”.

“Solo un soggetto incapace di intendere e di volere può pensare di far passare un simile obbrobrio – commenta il vicepresidente di Confcommercio e di Conftrasporto Paolo Uggè – A rendersene conto sono stati tutti i ministri in carica dal 2008 a oggi, tanto che ogni anno prorogavano l’entrata in vigore del decreto”. “Ora invece tutto sta per cambiare, ‘grazie’ a un emendamento dell’ultimo minuto che proteggerebbe la categoria dei tassisti, a danno degli Ncc – spiega Uggè – Se le regole debbono valere per tutti, allora perché per esempio ai taxisti, unici al mondo, viene consentito di non rilasciare lo scontrino fiscale? E perché anche loro talvolta operano da noleggiatori, anche se non potrebbero? Siamo inoltre certi che alcune cooperative non si comportino come tante ‘piccole Uber’?”.

“Dire no all’ennesima proroga regolando la situazione con precise norme, come avrebbero dovuto fare da tempo anche altri governi, è giusto e su questo non si può che convenire – precisa Uggè – Vorremmo però capire se la scelta consentirà a qualcuno di espandere i propri servizi facendo fallire altri soggetti, oppure se vi sarà una decisione che una volta per tutte sistemi l’annosa querelle. La soluzione non è semplice, ma si può trovare, se si sceglierà la strada dell’interesse degli operatori, del Paese e non quella politica”.

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