‘Ndrangheta: Roma, sequestrati beni a 2 persone vicine a clan

E a banda della Magliana per tre mln di euro. Cioffredi: grazie per sequestro a Piromalli

Sequestro di beni ai fini di confisca per un valore di tre milioni di euro. E’ quanto eseguito dai poliziotti della Questura, su disposizione del Tribunale di Roma – Sezione Misure di Prevenzione, nei confronti di due persone ritenute vicine alla ‘Ndrangheta e in particolare legate alla famiglia Piromalli di Gioia Tauro. Il provvedimento e’ scattato nei confronti di C. A., di anni 61, esponente della cosca calabrese Mammoliti di Castellace di Oppido Mamertina, gia’ coinvolto in episodi di bancarotta fraudolenta e di F. G., usuraio di 70 anni, personaggio legato in passato a figure che gravitavano intorno a Cosa Nostra, Camorra e Banda della Magliana.

Gli agenti hanno proceduto al sequestro delle delle partecipazioni di una societa’ di capitali con sede a Roma, attiva nel settore immobiliare, ad un complesso immobiliare nella Capitale, ad una struttura destinata ad un albergo-ristorante nella zona di Rocca di Papa e immobili a Gioia Tauro. Le indagini patrimoniali avviate dagli specialisti della Divisione Anticrimine sono state focalizzate sulla ricostruzione della “carriera criminale” e sull’analisi delle posizioni economico-patrimoniali degli interessati insieme a quelle dei rispettivi nuclei familiari.

“Voglio ringraziare il Questore Mario Della Cioppa e la Divisione Anticrimine della Questura di Roma diretta dalla dottoressa Angela Altamura per il sequestro di beni per un valore di 3 milioni di euro nei confronti di due esponenti legati al clan dei Piromalli di Gioia Tauro”. Lo spiega il Presidente dell’Osservatorio per la Sicurezza e la Legalità della Regione Lazio, Gianpiero Cioffredi. “La mafia calabrese nella Capitale svolge un ruolo determinante nelle dinamiche criminali e questo provvedimento di sequestro colpisce una delle cosche più potenti della ‘ndrangheta che a Roma si è progressivamente radicata attraverso un processo di infiltrazione nell’economia legale, peraltro confermato in numerose sentenze”, continua Cioffredi. “La caratura criminale dei proposti e il potere di alterare il mercato economico conferma che le cosche calabresi presenti nella capitale e nella sua provincia sono sempre più visibili rispetto ad alcuni anni fa, e sono capaci di replicare pienamente la propria struttura criminale nel territorio dove si sono stabilizzati – dice ancora Cioffredi – E’ per questa ragione che sequestri come quello di oggi costituiscono una straordinaria azione di contrasto alla criminalità organizzata e un importante strumento attraverso il quale le ricchezze accumulate vengono sottratte al circuito criminale per essere restituite alla collettività in un percorso di legalità”.

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