Test sierologici per capire com’è circolato il virus nella popolazione del Lazio. Si parte con 60mila persone, le prime adesioni sono arrivate dalle forze dell’ordine, “poi estenderemo il programma fino a 300mila, includendo anche il personale sanitario”. Lo ha spiegato, in una intervista al Corriere della Sera, l’assessore alla Sanità e integrazione sociosanitaria della Regione Lazio Alessio D’Amato. “Dalle sperimentazioni” con i test rapidi “condotte sui cluster di Nerola e Contigliano”, due delle quattro zone rosse del Lazio, “è stato evidenziato che la diffusione al di fuori dei focolai rilevati è molto bassa. Siamo intorno all’1 per cento”.
“Se sui 300mila” test “totali” effettuati “la percentuale rimarrà 1-2 per cento, allora vorrà dire che sono stati intercettati praticamente tutti i positivi. Ed estenderlo sarebbe inutile. Se invece la percentuale sarà maggiore, allora il discorso cambia. Ma a oggi non risulta sia così. Nel Lazio sono stati fatti 80mila tamponi e ci sono 5 mila positivi, il che vuole dire che una percentuale superiore al 90 per cento è negativa”. Quindi, niente test estesi a tutta la popolazione residente del Lazio. “Vedremo – aggiunge D’Amato -. Lo so che stride con l’ansia di sapere se si è contratto il virus oppure no. Ma l’indagine serve anche per capire questo. Adesso l’importante era iniziare”.